Spazio satira
Paliano/Artena/Collefetto
06.11.2024 - 12:59
I fratelli Marco e Gabriele Bianchi: il 16 gennaio dovranno subire un nuovo processo d’appello per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il cuoco di Paliano ucciso a Colleferro
Il 16 gennaio 2025 i fratelli Bianchi tornano davanti ai giudici. Nuovo atto, dopo la decisione della Cassazione, del processo per l’omicidio del giovane cuoco di Paliano Willy Monteiro Duarte, avvenuto il 6 settembre 2020.
Lo scorso aprile la Corte di Cassazione ha reso definitive le condanne per Francesco Belleggia, a 23 anni, e Mario Pincarelli, a 21. Gli “ermellini” hanno stabilito, invece, un appello-bis per i fratelli di Artena, Marco e Gabriele Bianchi. Però, avendone accertata la responsabilità nell’omicidio, il nuovo processo verterà solo sul «riconoscimento delle circostante attenuanti generiche a Gabriele e Marco Bianchi». La Cassazione, infatti, ha accolto la richiesta dal procuratore generale che chiedeva l’annullamento dello sconto di pena, dall’ergastolo a 24 anni deciso nel primo appello.
In base al ragionamento della Corte d’assise d’appello i Bianchi erano stati ritenuti «meritevoli» delle attenuanti generiche in virtù del «dolo eventuale, forma di dolo meno intensa, con conseguente necessità di adeguare la sanzione al fatto». E questo a partire del fatto che «i Bianchi erano estranei del tutto al contesto iniziale», essendo stati chiamati a intervenire a Colleferro, dove era in corso una lite, dagli amici. Inoltre, i giudici d’appello si erano concentrati su un altro punto ovvero il «breve lasso di tempo» dell’aggressione costata la vita a Willy, intervenuto in soccorso di un amico coinvolto in un litigio, e per questo premiato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la medaglia d’oro al valor civile alla memoria. In più, «la negativa personalità dei Bianchi non era così soverchiante da prevalere sull’elemento soggettivo del reato», così nelle motivazioni d’appello.
Di tutt’altro avviso la Cassazione secondo la quale in appello è mancata «una giustificazione puntuale e adeguata delle conclusioni» difformi da quelle di primo grado, della Corte d’assise di Frosinone che aveva stabilito l’ergastolo per i due fratelli. Nelle motivazioni della Suprema corte si legge poi che «la valorizzazione dell’intensità del dolo, in via di principio legittima, risulta però sorretta da un’analisi monca» in quanto «non è dato cogliere le ragioni» per le quali hanno «valenza attenuativa, l’estraneità dei Bianchi al contrasto iniziale... il tempo di dispiegamento della condotta (che ne aveva esaltato le micidiali modalità) e il mero carattere concorsuale» al «pestaggio di gruppo». Quanto all’aspetto mediatico (valorizzato in appello e sul quale ha fatto leva la difesa), «l’addebito alla sentenza di primo grado di cedimento all’eccesso di clamore mediatico si è arrestato allo stadio dell’epidermica enunciazione». Mentre la Cassazione ha obiettato anche sulla mancata osservazione della «persistente e totale mancanza di revisione critica» degli imputati.
Ora per i fratelli Bianchi si aprono nuovi scenari: la nuova Corte d’assise d’appello dovrà decidere uniformandosi ai principi stabiliti dalla Cassazione. E, dunque, o si arriverà a un nuovo ergastolo come richiesto dalla procura generale o andrà meglio motivata la concessione delle attenuanti generiche che consentirebbero lo sconto di pena. La famiglia di Willy, rappresentata dagli avvocati Vincenzo Galassi e Domenico Marzi, attende giustizia.
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