Spazio satira
Ceccano
02.11.2024 - 08:53
L’inchiesta della procura europea sui lavori con i fondi del Pnrr ha puntato su due reati, l’associazione a delinquere e la corruzione. Proprio dalla corruzione, se troverà conferma nelle aule di giustizia, potrebbero arrivare i guai maggior per gli indagati. Gli effetti della legge Severino, infatti, rischiano di condizionare e non poco le strategie processuali. Un’eventuale condanna per corruzione, infatti, oltre a precludere la possibilità di candidarsi per cariche politiche potrebbe comportare anche un lungo periodo detentivo.
La pena per questo reato, infatti, va da sei a dieci anni (e nel caso specifico è contestata pure l’aggravante che comporta un aumento di pena). Ma non solo. Se qualcuno volesse valutare il patteggiamento o riti alternativi dovrà, necessariamente, procedere al risarcimento integrale della somma che gli viene contestata. E si parla di oltre mezzo milione di euro. Inoltre, per accedere alle doppie attenuanti, che farebbero guadagnare un ulteriore sconto di pena, oltre al risarcimento del danno viene richiesta una collaborazione con gli investigatori per contribuire a ricostruire nel dettaglio quanto la procura europea sta contestando.
Una situazione che sarà senz’altro oggetto di esame da parte dei nutriti collegi difensivi che in questi giorni stanno studiando le carte dell’inchieste. Al momento, ma è lo stesso gip a dire che l’indagine deve andare avanti, le persone raggiunte da una misura cautelare sono 13 (sulle 36 finite nel mirino della procura europea), di cui dieci sono agli arresti domiciliari, compreso l’ex sindaco di FdI Roberto Caligiore, accusato dalla procura europea di essere promotore e organizzatore dell’associazione insieme a Stefano Anniballi e al commercialista Gennaro Tramontano (quest’ultimo solo giovedì è rientrato da Zanzibar e ancora deve sottoporsi all’interrogatorio di garanzia).
Gli indagati insieme ai loro legali (il collegio difensivo è composto dagli avvocati Paolo D’Arpino, Sandro Salera, Paolo Marandola, Riccardo Masecchia, Vincenzo Galassi, Giampiero Vellucci, Vittorio Vitali, Dario Lolli, Antonio Perlini, Gino Fulgeri, Domenico Oropallo, Armando Pagliei e Nicola Ottaviani) in queste ore stanno decidendo se proporre ricorso al tribunale del Riesame (i termini scadono lunedì) contro le misure restrittive o interdittive. Qualcuno, come l’ex sindaco Caligiore o l’ingegner Stefano Polsinelli, ha già deciso di non farlo.
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