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Monte San Giovanni Campano

Veronesi: «La fine di un incubo»

Ieri mattina è stata emessa la sentenza riguardo al caso dei sussidi agli indigenti . Assoluzione per l’ex sindaco, l’allora responsabile dei servizi sociali Paolo Nozori e per Anna Abballe

Sussidi agli indigenti. Assolto l'ex sindaco Angelo Veronesi

L'ex sindaco Angelo Veronesi

Sussidi agli indigenti, assolti l’ex sindaco di Monte San Giovanni Campano Angelo Veronesi, il responsabile dei Servizi sociali, all’epoca dei fatti, Paolo Nozori, e l’assistente sociale Anna Abballe. Ieri è stata emessa la sentenza di assoluzione. Il pm aveva chiesto la condanna dell’ex primo cittadino Veronesi a quattro anni di reclusione e di Nozori a tre anni e quattro mesi. La richiesta di condanna era stata avanzata per l’ipotesi di reato di peculato per l’erogazione dei contributi a favore di 118 cittadini sulla scorta delle indagini condotte dalla Digos. Per Anna Abballe, invece, il pm aveva chiesto l’assoluzione. Veronesi è stato difeso dall’avvocato Marco Maietta, Nozori dall’avvocato Luigi Tozzi e Abballe dall’avvocato Marco Moretta. L’inchiesta era partita nel 2016. L’allora sindaco Veronesi, e i dipendenti, erano stati accusati di sussidi a finti indigenti in cambio di voto. Secondo le accuse si erano limitati a raccogliere le domande, compilandole al posto dei cittadini, senza alcuna istruttoria e disponendo mediante determina il pagamento delle somme (da 250 a 600 euro).

«Giustizia è fatta - le prime parole dell’ex sindaco Veronesi subito dopo la sentenza - Innanzitutto, la ferma fiducia sempre da me riposta nella Magistratura e nel Tribunale che mi ha giudicato, si è dimostrata ben riposta. La sentenza di piena assoluzione dalle pesanti accuse mette fine ad otto anni di calvario e di sofferenze inflitte gratuitamente a me ed alla mia famiglia, in esecuzione di un disegno politico preordinato da qualcuno che ha preferito rimanere nell’ombra e tramare dalle retrovie, accecato da sentimenti di odio personale e volontà di abbattere la mia persona e la mia immagine di amministratore.

È la fine di un incubo, sono stato oggetto di critiche feroci, denigrazioni continue e molte volte vicine alla calunnia ed alla diffamazione, contro di me ossessivamente ogni giorno propalate. Di politica vera non c’è mai stato nulla, ma solo odio personale dato in pasto alle masse del Paese La “ditta” è bene ricordarlo è quella parte buia e meschina che trama sempre nell’ombra ma che non ha mai avuto ruolo ufficiale. Esposti e calunnie distruttive della persona. Umanamente non era possibile sopportare tale fardello. Un odio senza motivo politico ma solo per questioni di potere. Una vicenda dolorosa che da otto anni ha colpito me e i miei cari, facendoci vivere nel turbine del fango.

Ci hanno buttato addosso di tutto, menzogne, falsità, diffamazioni e calunnie di ogni genere ma per fortuna ho sempre creduto nella Giustizia, che oggi si è realizzata. Grazie a coloro che mi sono stati vicini e sin dal primo momento hanno creduto alla mia piena innocenza. Un plauso ed un encomio speciale è doveroso al mio legale Marco Maietta, ha saputo con maestria e sapienza contrastare in dettaglio ogni accusa fino a dimostrare la mia piena innocenza».

Soddisfatto della sentenza anche Nozori. Anche lui parla di «un incubo durato anni e finalmente finito». Nella memoria difensiva il suo avvocato Tozzi aveva fatto emergere il fatto che il suo assistito: «svolgeva il ruolo del responsabile del servizio che si limitava a firmare le determine, così come istruite dall’assistente sociale e dall’operatrice dei servizi sociali. Poteva solo prendere atto di quanto istruito e limitarsi a firmare le determine di pagamento dei contributi. Nozori ha affrontato tutto il processo sempre a testa alta, rappresentando la verità che ha portato alla conclusione della macchina del fango nei suoi confronti. Ha sempre sostenuto il fatto che, essendo un funzionario pubblico, conosceva le leggi, il regolamento e non poteva certo violarle». Il pm per Abballe aveva chiesto, invece, l’assoluzione che è stata accolta dal giudice. Anche lei, attraverso il suo legale Moretta, esprime la sua soddisfazione per «la fine dell’incubo».

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