Spazio satira
Le posizioni
12.10.2024 - 18:00
Gli stabilimenti restano al loro posto ma i costi in Italia sono da sempre troppo alti. Lo aveva già detto al suo insediamento dopo la fusione Fca-Psa e ieri è tornato a ripeterlo. Il ceo Stellantis Carlos Tavares era particolarmente atteso all’audizione in Commissioni riunite Attività produttive della Camera e Industria del Senato. «In Italia il costo dell’energia è molto elevato, per esempio è doppio rispetto a quello della Spagna, e questo è uno svantaggio notevole. Non so perché succeda, ma è un fattore che dobbiamo considerare», ha specificato. «Abbiamo lavorato molto duramente per fare in modo che le vetture e i componenti che usiamo siano in linea con i requisiti fissati», ha detto Tavares durante l’audizione. «Vi chiediamo - ha aggiunto - stabilità della regolamentazione perché nel nostro settore i tempi sono lunghi, dobbiamo programmare con largo anticipo». Ma ha anche rassicurato: «Non abbiamo alcuna intenzione di abbandonare l’Italia» ricordando di aver assegnato nuovi prodotti a tutti gli stabilimenti italiani fino al 2030, in alcuni casi al 2033.
Ma non basta. Il problema sono i costi troppo alti in Italia, «il 40% più alti di quelli che devono sostenere i nostri concorrenti». E di fronte a una pioggia di posizioni e di domande ha detto: «Sento da parte vostra rabbia, un certo livore. Lo stesso atteggiamento che hanno i lavoratori. È una situazione molto difficile». Per poi specificare: «Noi non chiediamo soldi per noi. Chiediamo aiuto per i vostri cittadini perché possano permettersi di comprare questi veicoli. Il sostegno serve a rendere accessibili questi modelli».
Sullo sfondo resta lo sciopero generale nazionale dell’automotive, con la manifestazione a Roma, proclamato da Fim, Fiom e Uilm per il prossimo 18 ottobre. A rimarcarne l’assoluta necessità, dato che Tavares non ha tranquillizzato il comparto, è la Fim Cisl con il suo segretario generale Ferdinando Uliano: «Non abbiamo riscontrato novità di sostanza, né dall’audizione parlamentare del ceo Tavares né da altre dichiarazioni fatte in questa giornata romana che possano dare una svolta all’attuale situazione di Stellantis e della componentistica. La situazione produttiva degli stabilimenti italiani è ridotta ai minimi termini, con una flessione del 31%, con un impatto pesante a livello occupazionale attraverso l’utilizzo di Cassa integrazione e la necessità di ulteriori scelte e investimenti volti a invertire la situazione di declino, che annebbia ogni visibilità di prospettiva del settore automotive. Rimangono tutte le ragioni che hanno portato la Fim-Cisl, insieme a Fiom e Uilm, a dichiarare unitariamente venerdì 18 ottobre lo sciopero di 8 ore del settore automotive con manifestazione a Roma, dove sono attesi migliaia e migliaia di lavoratori del settore auto».
Nel Cassinate
Continuano le assemblee programmate da qui al 15 ottobre nelle aziende dell’indotto e, in ultimo, nella fabbrica. Le sigle stanno incontrando tutti i lavoratori per ascoltare le loro esigenze e ricordare i motivi della grande mobilitazione che vedrà l’Italia unita sotto un unico grido d’allarme. La prima delle richieste sarà quella degli ammortizzatori sociali speciali per poi arrivare ai piani di sostegno per le aziende, soprattutto nella fase della riconversione, e ai nuovi e ulteriori modelli per le fabbriche, come quelli che tanto vorrebbe il Plant cassinate che potrebbe diversificare la sua produzione e affiancare anche l’ibrido all’elettrico. Già il segretario della Fiom Frosinone-Latina, Donato Gatti, aveva ribadito questi concetti a margine delle prime assemblee, aggiungendo che gli operai incalzavano su prospettive stabili, le uniche capaci di permettere la programmazione dell’avvenire. Ieri Mirko Marsella, segretario provinciale Fim Cisl, ha ribadito: «Le assemblee sono partecipate perché ci sono tantissime incertezze soprattutto nell’indotto e credo che ci sarà una grande presenza alla manifestazione del 18».
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