Cerca

Trasporti

Treni nel caos, sospesa l'azienda ciociara “Str92”

Società di Fontana Liri nella bufera: un suo operaio avrebbe piantato un chiodo su un cavo elettrico. Circolazione ferroviaria bloccata in tutta Italia. L’amministratore della ditta: «Vogliamo avere un quadro chiaro»

treni

Il desolante spettacolo dei tabelloni della stazione Termini pieni di corse cancellate nella mattinata di mercoledì scorso

«Prima di parlare vogliamo avere un quadro ben chiaro di quanto è successo». A Giuseppe Proia, amministratore della società “Str92” con sede a Fontana Liri Inferiore, sembra essere caduto il mondo addosso. «Stiamo ricostruendo con precisione quanto accaduto», ha dichiarato ieri all’agenzia Ansa. La sua azienda è finita nell’occhio del ciclone per il disastroso blackout elettrico-informatico che ha bloccato le stazioni ferroviarie di Roma Termini e Roma Tiburtina spaccando in due l’Italia: centinaia di treni cancellati compresi un’ottantina superveloci, oltre quaranta intercity e almeno 150 regionali, ritardi fino a quattro ore, biglietterie e binari presi d’assalto da migliaia di viaggiatori inferociti tra i quali i tanti pendolari ciociari della linea Roma-Cassino che mercoledì hanno vissuto l’ennesima giornata da incubo.

Tutto per un chiodo piantato da un addetto della società fontanese la notte precedente nel punto sbagliato, su un cavo elettrico. Da qui il corto circuito che ha messo a tappeto l’intera linea. Almeno secondo quanto ricostruito e annunciato dal ministro dei trasporti Matteo Salvini, finito anche lui nel vortice delle accuse. «Io mi occupo dei finanziamenti, che per il 2024 sono di tre miliardi e mezzo per le manutenzioni e 9 miliardi per la rete ferroviaria per recuperare gli anni passati - ha detto ieri Salvini a Perugia per una tappa del tour “L’Italia dei Sì” - È chiaro che se c’è un errore umano bisogna limitare la possibilità di questi errori. Mi sembra che la ditta sia stata allontanata come è giusto che sia; se ci saranno altre responsabilità interne a Rfi o a Ferrovie dello Stato, che emergano».

Sul blocco di mercoledì il presidente della commissione trasparenza del consiglio regionale del Lazio, Massimiliano Valeriani, vuole vederci chiaro: «Il 2024 si sta rivelando un vero e proprio disastro per la nostra mobilità ferroviaria a causa di guasti continui, interruzioni non programmate e scarsa manutenzione delle infrastrutture - ha scritto ieri in una nota - Per questo chiederò alla direzione regionale della mobilità un report esatto sui disservizi verificatisi in questo anno. È necessario appurare quali e quante penali siano state applicate a Trenitalia per ciascuno di questi disservizi e quali azioni siano state intraprese per mitigare i disagi del 2 ottobre. Ma vogliamo anche sapere come la giunta Rocca intenda agire per far sì che dal 2025 tali disservizi smettano di ripetersi». Dal canto suo l’amministratore delegato di Trenitalia, Gianpiero Strisciuglio, si scusa: «È doveroso scusarsi per i disagi. Si è trattato di un guasto raro».

C’è molto ancora da chiarire sull’accaduto. È davvero possibile che un semplice chiodo possa paralizzare la rete ferroviaria da Milano a Reggio Calabria? Perché l’alimentazione d’emergenza non è partita? E perché tutto quel ritardo nell’individuare il guasto? Intanto l’unica a pagare è la “Str92”, sospesa da ogni rapporto con Rfi per il chiodo “galeotto” piantato su un cavo della tratta Parco Prenestino-Termini, divenuta suo malgrado il capro espiatorio di una rete malata cronica di scarsa manutenzione.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione