Sora
20.09.2024 - 13:00
La caserma della guardia di finanza di via Deci a Sora
Crediti fiscali falsi per milioni di euro, sei persone e due società di Sora coinvolte insieme a imprenditori e professionisti della zona e della Valcomino. L’accusa è di aver messo su una maxi truffa ai danni dello Stato attraverso i crediti fiscali del “superbonus” per lavori mai eseguiti su numerosi edifici, compresi alcune palazzine Ater, con i condomini ignari di tutto.
Le indagini della guardia di finanza hanno dimostrato il coinvolgimento di imprenditori e professionisti, con il centro degli affari situato nel Sorano e nella Valcomino, un’organizzazione che ha posto in essere l’ingente truffa aggravata per intascare le erogazioni pubbliche anche attraverso false asseverazioni e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
In particolare, le indagini hanno permesso di appurare la fittizia cessione di crediti d’imposta, mediante il ricorso allo sconto in fattura, da parte di ignari condomini di numerose abitazioni private e in condominio, tra cui diverse unità immobiliari di proprietà dell’Ater, a favore di due società edili con funzioni di general contractor.
“L’attività investigativa, che ha visto il coinvolgimento a vario titolo di sei persone e l’utilizzo strumentale di due società - ha spiegato il comando provinciale della guardia di finanza in una nota diramata ieri - ha consentito di svelare il coinvolgimento di professionisti e tecnici compiacenti, i quali, procedendo al rilascio dei necessari visti di conformità e asseverazione, hanno attestato falsamente l’esecuzione di lavori in realtà mai iniziati e la congruità di spese in realtà mai sostenute”.
Per verificare l’ipotesi investigativa, i finanzieri di Sora hanno effettuato svariati sopralluoghi negli immobili oggetto di lavori di ristrutturazione e, successivamente, hanno raccolto le dichiarazioni di tutti i proprietari degli immobili, i quali hanno attestato che, nella stragrande maggioranza dei casi, i lavori non erano mai iniziati, mentre qualcuno ha dichiarato che erano stati iniziati, poi interrotti e mai più ripresi.
“Tutti i proprietari degli immobili non erano però a conoscenza della cessione da parte loro del credito alle due società e di essere destinatari da parte di queste ultime delle fatture per operazioni inesistenti - precisa la nota - Le verifiche eseguite dai militari sono stati rese possibili anche grazie alla collaborazione della locale Agenzia delle entrate che ha fornito un apporto documentale fondamentale per il buon esito delle attività”.
In definitiva, secondo l’ipotesi investigativa seguita dalla guardia di finanza, l’unica finalità dell’organizzazione era quella di creare e commercializzare falsi crediti d’imposta, successivamente monetizzati attraverso la cessione a ignari acquirenti estranei alla truffa, e quindi portati in compensazione con conseguente danno finale alle casse dello Stato.
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