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Frosinone

Omicidio di via Aldo Moro, Kasmi ucciso con due colpi

Depositati gli accertamenti tecnici dalla balistica ai telefoni: la vittima centrata al cuore e ai polmoni. Si profila anche un’accusa di duplice tentato omicidio. E ora la procura valuta il giudizio immediato contro l’albanese Zaka

Omicidio di via Aldo Moro, Kasmi ucciso con due colpi

La polizia e le ambulanze in via Moro la sera del 9 marzo

Due colpi al cuore e al polmone. E poi gli altri spari verso tre persone, il fratello e i cugini della vittima. È lo scenario che emerge dal deposito delle relazioni tecniche sull’omicidio dello Shake bar dello scorso 9 marzo, costato la vita all’albanese Kasem Kasmi.
Dallo stesso giorno dell’omicidio, arrestato dalla polizia, è in carcere il connazionale Mikea Zaka, 23 anni, per il quale ora potrebbe ventilarsi un processo con il giudizio immediato. Ovvero saltando l’udienza preliminare per abbreviare i tempi del processo.

In questi giorni la procura di Frosinone che, con il sostituto Samuel Amari coordina le indagini condotte dalla squadra mobile, diretta dal vice questore Flavio Genovesi, ha avvisato le parti (indagato e persone offese) del deposito delle relazioni tecniche di genetica forense, sugli accertamenti balistici e tecnici sui residui dello sparo, quella medico legale, informatica e di elaborazione audio-video.
Allo stato a Zaka vengono contestati i reati di omicidio volontario, due tentati omicidi e lesioni personali gravissime nonché il porto abusivo dell’arma da fuoco, che, peraltro, non è stata rinvenuta nonostante le ricerche nella scarpata e nel fiume Cosa all’altezza del ponte di via Verdi.

Dalla consulenza medico legale emergerebbe che la vittima sia stata colpita al cuore e al polmone, con un proiettile poi rinvenuto in sede di autopsia. Per la dinamica dell’azione e l’uso della pistola si sarebbe concretizzato il pericolo di vita per due delle altre tre vittime, con la possibilità che resti in piedi l’accusa di tentato omicidio. Per l’azione contro l’ultimo dei feriti, colpito alla gamba, si profila un’imputazione di lesioni gravissime. Da valutare eventuali danni permanenti subiti dai feriti.

Dagli accertamenti tecnici sui residui da sparo, invece, sono emerse tracce sulla mano destra dell’arrestato e sul deceduto. Tracce dello stesso tipo e dunque compatibili con l’uso di un’unica arma. Utilizzata a distanza ravvicinata dagli obiettivi colpiti.
Sulla dinamica ad aiutare gli investigatori c’è anche il supporto delle doppie telecamere, del circuito interno del bar e, all’esterno del locale, del Comune di Frosinone. Incrociando i video con le dichiarazioni dei presenti e con gli accertamenti tecnici la ricostruzione sarebbe abbastanza chiara. Zaka era seduto al bar, in compagnia di quattro persone che non hanno un ruolo attivo nell’aggressione, quando è entrato il gruppo con la vittima. Zaka, a un certo punto, estrae la pistola che portava alla cintola e fa fuoco.

Quanto agli accertamenti di natura genetica, effettuati a Roma nei laboratori di genetica forense, emergerebbero i profili dell’indagato, della persona offesa più altri tre non individuati, tra cui una donna. In totale sarebbero state isolate 22 tracce tra biologiche ed ematiche sugli abiti sequestrati.
Acquisite anche le dichiarazioni di alcuni presenti sulla scena del crimine, non tutte ritenute utili ai fini dell’esatta ricostruzione della dinamica dell’evento.

Infine, un altro accertamento ha riguardato i telefonini sequestrati a vittime e aggressore. Si è proceduto alla copia forense del contenuto dei dispositivi che ora sarà analizzato più compiutamente. Nel corso delle perquisizioni domiciliari susseguenti all’omicidio la squadra mobile ha sequestrato anche dei proiettili.
Ora la difesa di Zaka, difeso dagli avvocati Marco Maietta e Fabio Tedesco, avrà cinque giorni di tempo per presentare proprie memorie. Dopodiché sarà la procura a decidere se proseguire con gli accertamenti o chiudere le indagini e procedere, come è sempre più probabile, con una richiesta di giudizio immediato, considerato anche lo stato detentivo dell’arrestato.
Attendono giustizia, invece, le parti offese (i familiari dell’ucciso e i tre feriti) che, ai fini di una possibile costituzione di parte civile, si sono affidati agli avvocati Martina Stirpe, Martina Iachetta, Laura Rapuano, Christian Alviani e Tony Ceccarelli.
L’omicidio, avvenuto di sabato, all’ora di punta e all’interno di un locale pieno di gente, ha destato scalpore. Non a caso a Frosinone è arrivato il ministero dell’Interno Matteo Piantedosi a presiedere un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in prefettura. Per le strade del capoluogo si era svolta anche una marcia, partecipata e silenziosa, per dire no alla violenza di strada.

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