Spazio satira
Lo studio
18.08.2024 - 18:00
Negli ultimi undici anni in provincia di Frosinone sono sparite quasi 2.500 imprese artigiane. Ormai le piccole botteghe di quartiere non esistono più. E il 20% delle imprese perse dal 2012 al 2023 ne è la diretta conseguenza.
A dirlo è uno studio della Cgia di Mestre secondo la quale «continua a scendere il numero complessivo degli artigiani presenti nel nostro Paese». Ovvero coloro che «svolgono un’attività lavorativa prevalentemente manuale». E che, «per poter contare sulla copertura previdenziale devono iscriversi nella gestione artigiani dell’Inps. Se nel 2012 erano poco meno di 1.867.000 unità, nel 2023 la platea complessiva è crollata di quasi 410mila soggetti (-73mila solo nell’ultimo anno); ora il numero totale sfiora quota 1.457.000. In questi undici anni abbiamo assistito a una caduta verticale che si è interrotta solo nell’anno post Covid (+2.325 tra il 2021 e il 2020)».
In provincia di Frosinone nel 2012 le imprese artigiane erano 12.021, mentre nel 2023 sono scese a quota 9.553 con una perdita, in undici anni, di 2.488 unità per un meno 20,7%. Il dato si avvicina a quello di Latina, meno 20,8%, da 12.489 a 9.892.
Se il trend non sarà invertito - secondo l’ufficio studi della Cgia di Mestre che ha elaborato dati Inps e di Infocamere/Movimprese - tra una decina di anni saranno introvabili idraulici e fabbri, serramentisti e elettricisti. Meno artigiani significa anche meno imprese artigiane attive. «Se nel 2008 (anno in cui si è toccato il picco massimo di questo inizio di secolo), in Italia le imprese artigiane erano pari a 1.486.559 unità, successivamente sono scese costantemente e nel 2023 si sono fermate a quota 1.258.079 - rileva l’associazione degli artigiani e delle piccole imprese di Mestre - Va comunque segnalato che questa riduzione in parte è anche riconducibile al processo di aggregazione/acquisizione che ha interessato alcuni settori dopo le grandi crisi 2008/2009, 2012/2013 e 2020/2021».
Uno dei risultati di questo processo è che, ormai, in Italia si hanno più avvocati che artigiani. La mancanza di tali figure professionali, secondo la Cgia è addebitabile a diversi fattori: «lo scarso interesse che molti giovani hanno nei confronti del lavoro manuale; la mancata programmazione formativa e l’incapacità di migliorare/elevare la qualità dell’orientamento scolastico che, purtroppo, è rimasto ancorato a vecchie logiche novecentesche di gentiliana memoria».
Così cambia anche il panorama delle città: «Sono ormai in via di estinzione tantissime botteghe artigianali. Insomma, non solo diminuisce il numero degli artigiani e le aziende di questo settore, ma anche il paesaggio urbano sta cambiando volto. Sono ormai ridotte al lumicino le attività storiche che ospitano calzolai, corniciai, fabbri, falegnami, fotografi, lavasecco, orologiai, pellettieri, riparatori di elettrodomestici e tv, sarti, tappezzieri. Attività, nella stragrande maggioranza dei casi a conduzione familiare, la storia di molti quartieri».
C’è però chi va in controtendenza. Bene soprattutto i settori del benessere con un costante aumento di acconciatori, estetisti e tatuatori e dell’informatica. In crescita l’alimentare con gelaterie, gastronomie, lavanderie a gettone e pizzerie da asporto, soprattutto nelle città turistiche.
Tuttavia, con le saracinesche abbassate, la Cgia paventa il rischio di città più insicure e «un segnale inequivocabile del peggioramento della qualità di vita di molte realtà urbane». Per molti anziani, privi di un’auto, senza più le botteghe di una volta «fare la spesa è diventato un grosso problema».
Quali le cause di questo declino? «La feroce concorrenza esercitata dalla grande distribuzione e in questi ultimi anni anche dal commercio elettronico, il boom del costo degli affitti e delle tasse nazionali/locali hanno costretto molti artigiani a gettare la spugna - osserva la Cgia di Mestre - Una parte della “responsabilità”, comunque, è ascrivibile anche ai consumatori che in questi ultimi dieci anni hanno cambiato radicalmente il modo di fare gli acquisti», prediligendo l’usa e getta e l’acquisto online.
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