Cassino
12.08.2024 - 13:06
Il diacono Francesco Vennitti
«Eccomi qui, ci metto la faccia consapevole di aver sbagliato. Ho preso con troppa leggerezza, sia l’organizzazione dei viaggi che il momento della concelebrazione. È molto triste il fatto che, quando ciò che faccio per la comunità va per il meglio, tutti mi dicono: “bravo, bello!”. Ma quando qualcosa va male, o nel mio percorso ecclesiale, i più puntano subito il dito giudicando la mia persona». Con queste parole il diacono Francesco Paolo Vennitti, finito al centro di una feroce polemica per la saltata ordinazione, ha iniziato la sua lettera aperta pubblicata ieri sulla pagina della parrocchia di Sant’Antonio di Cassino, finita nelle ultime ore al centro di un fuoco incrociato. Tanto da gettare nel fango anche il vescovo Antonazzo, del quale in molti sembrerebbero aver “chiesto la testa”. Con ipotesi relative persino all’annessione con la diocesi di Gaeta: una sorta di fantapolitica ecclesiastica.
Tornando alla realtà, Vennitti nel mese di aprile ha concelebrato una messa a Fatima pur non essendo ancora sacerdote. Ma dopo aver compreso l’errore, si è autodenunciato alla Congregazione per la Dottrina della Fede che lo ha liberato da ogni censura. A distanza di quattro mesi, però, è stato oggetto di pesanti attacchi che hanno trascinato dentro non solo l’ordinazione (soltanto posticipata) ma anche la parrocchia, vittima di una truffa da parte di una agenzia viaggi, il parrocco don Benedetto e - come detto - persino il vescovo Antonazzo. Gettati nel tritacarne e finiti in ultima istanza persino in una lettera diffamatoria, ora oggetto di indagini. Anche sulla mancata partenza per l’America da parte di alcuni fedeli “rimasti a piedi” dopo aver versato le somme richieste in parrocchia (una parte è partita senza problemi) ci sono accurate indagini dell’Arma, con una denuncia - corredata da copiosa documentazione - presentata dal parroco. L’agente “fantasma” sarebbe improvvisamente sparito, lasciando tutti senza spiegazioni e senza 100.000 euro.
«Ci tengo a chiarire - prosegue il diacono - che già alcune persone sono state rimborsate e tutte lo saranno per le problematiche relative ai viaggi». Sulla mancata ordinazione dettaglia: «Già da tempo ho chiesto perdono per iscritto a papa Francesco, il quale attraverso il Dicastero della Dottrina della Fede ha inviato una lettera al vescovo comunicando di avermi perdonato e, dopo un periodo di riflessione, di poter proseguire il mio cammino. Ringrazio i tanti che mi hanno raggiunto con la loro carezza: i semplici, gli umili, i poveri, i puri di cuore che mi hanno confortato ed esortato ad andare avanti con coraggio. Grazie ai tanti sacerdoti affettuosi e vicini. Ringrazio anche quei sacerdoti che hanno fatto di tutto pur di divulgare il mio errore: pregherò affinché smettano di fare i giudici ma si vestano di misericordia e comprensione, sempre se vivono veramente ciò che predicano. Grazie pure a te (facendo riferimento a un soggetto specifico) che hai esultato per la mia mancata ordinazione, ringraziato Dio per la mia malattia, e che continui a gioire delle mie sofferenze.
In questo periodo ho ricevuto odio anche da altri e non so perché: vorrei tanto saperlo, perché se ho fatto del male sono disposto a chiedere scusa. Ma se non ho fatto nulla di male perché tanto accanimento? Mai sono stato cattivo con qualcuno, eppure c’è chi ha voglia di distruggermi. Lotto e, nonostante ciò, ce la farò perché sono in tanti accanto a me e li ringrazio: tra costoro anche i carcerati che ho servito per molti anni, che hanno avuto in dono la mia carezza e il mio sorriso. Prometto che tornerò a sorridere perché in molti me lo chiedete ed è chiaro che non sono me stesso senza l’allegria che mi ha sempre contraddistinto. Tutti sbagliamo ma il vero cristiano sa chiedere e donare Misericordia Grazie a tutti».
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