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Omicidio di Thomas Bricca. I parenti dei Toson non parlano

I familiari degli imputati hanno scelto di non rispondere alle domande davanti alla Corte d’assise. Dopo una serie di eccezioni, acquisite le dichiarazioni della madre di Mattia ma solo nei confronti di Roberto

Omicidio  di Thomas Bricca. I  parenti dei Toson non parlano

Un momento dell’udienza di ieri mattina in Corte d’assise a Frosinone per l’omicidio Bricca

Omicidio di Thomas Bricca, l’udienza dedicata ai familiari degli imputati si chiude con bocche cucite e l’acquisizione delle dichiarazioni rese agli investigatori dall’ex moglie e dall’ex cognata di Roberto Toson.

Un’udienza veloce interrotta, brevemente, solo dalle questioni tecniche sollevate dalla difesa di Roberto e Mattia Toson, i due imputati per l’omicidio di Thomas, il 30 gennaio 2023 ad Alatri. I due erano collegati in videoconferenza con l’aula della Corte d’assise, presieduta dal giudice Francesco Mancini. Tra l’altro gli avvocati Angelo Testa e Umberto Pappadia sono in attesa della nuova decisione della Cassazione sul ricorso contro l’ordinanza di custodia cautelare, emessa ormai quasi un anno fa.
L’udienza di ieri si è aperta con la deposizione di Bruno Spada chiamato a ricostruire l’orario di arrivo alla festa all’agriturismo di Veroli dei Toson. Le dichiarazioni di Spada rese agli investigatori nel corso delle indagini preliminari, come quelle della moglie sono state acquisite dalla Corte d’assise.

A quel punto si sono avvalsi della facoltà di non testimoniare i parenti diretti degli imputati, ovvero il fratello di Mattia, Niccolò Toson, la nonna Luciana Coccia e il marito di lei Luciano Dell’Uomo.
A quel punto è stata la volta di Elenia Galuppi, madre di Mattia ed ex moglie di Roberto.

A quel punto si è posto il problema di una testimonianza dimezzata. Ovvero la donna ha manifestato la volontà di non testimoniare riguardo alla posizione del figlio, mentre quanto all’ex coniuge avrebbe dovuto deporre.
A quel punto la difesa dei Toson, richiamando diverse sentenze ha posto la questine sullo stretto legame delle due posizioni e sull’impossibilità di separarle durante l’esame. «Per giurisprudenza e per il caso specifico non può essere sentita solo su Roberto - ha detto l’avvocato Pappadia - Non si può pretendere dal teste di valutare l’incidenza della domanda sull’altra posizione».

Tuttavia, per il pm Rossella Ricca «ci sono aspetti che riguardano solo Roberto e ci sono circostanze che riguardano entrambi», aprendo così a sentire la teste.
Per le parti civili, rappresentate dagli avvocati Nicola Ottaviani, Marilena Colagiacomo e Eugenia De Cesaris, è intervenuto il primo che ha insistito perché la Galuppi venisse sentita. Ottaviani, partendo dall’avverbio “limitatamente” presente nella norma, ha evidenziato che «non sono fatti appresi durante la convivenza». Da qui la richiesta di sentire la teste.

La Corte, dopo una breve camera di consiglio, ha acconsentito alla testimonianza solo nei riguardi dell’ex marito. Ma a quel punto, su accordo delle parti, si è deciso di acquisire le dichiarazioni già rese dalla donna nella fase delle indagini preliminari alla polizia giudiziaria e al pubblico ministero (sempre con riferimento alla posizione del solo Roberto). Deposizioni che riguardavano anche la denuncia fatta dalla donna contro l’ex marito e sulla questione dell’auto in uso a Roberto quei giorni, una Yaris, parcheggiata, secondo la ricostruzione della procura, sotto casa di lei la sera dell’omicidio di Thomas. Acquisite anche le dichiarazioni della zia di Mattia.
A quel punto la Corte d’assise ha aggiornato l’udienza al 6 settembre per altri testi dell’accusa.

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