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De Vellis, le gare al Mit e il viaggio regalo al Sestriere

De Vellis, le gare al Mit e il viaggio regalo  al Sestriere

L’imprenditore Ennio De Vellis, agli arresti domiciliari in un’inchiesta della Guardia di finanza

De Vellis conosceva molto bene la pubblica amministrazione. Lo dice un indagato al pm chiamato a dar conto dei legami con l’imprenditore ciociaro e dei tentativi di partecipare alle gare pubbliche, all’inizio senza esito.

Del resto, nelle carte dell’inchiesta si parla di entrature al ministero delle Infrastrutture e trasporti e di legami con la struttura amministrativa che ha provveduto ad aggiudicare appalti per conto dell’Avvocatura generale dello Stato. L’accusa, portata avanti dalla procura di Milano, nei confronti di Ennio De Vellis e del generale dei carabinieri, ora sospeso, Oreste Liporace, finiti agli arresti domiciliari, punta su una serie di appalti: pulizie e igiene alla caserma degli allievi marescialli e brigadieri dei carabinieri a Velletri, ma anche sulla mediazione per una commessa da quasi 15,5 milioni di euro della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Nell’inchiesta si fa riferimento alla «forza del De Vellis» data dalle imprese a lui riconducibili che gli consentono di «operare su più fronti». Gli investigatori notano una certa scaltrezza degli indagati: il telefono messo nel cassetto o le chat su Whatsapp con tanto di ordine di cancellazione delle conversazioni o la distruzione della documentazione societaria.

C’è poi il capitolo relativo alla possibilità di partecipare alle gare del Dis, il dipartimento informazioni e sicurezza. “Ti do la possibilità di essere invitato”, avrebbe detto De Vellis all’imprenditore Massimiliano Fabbro. Che, interrogato dal pm, ricostruisce quei rapporti e le parole che gli avrebbe confidato l’imprenditore originario di Strangolagalli: “Io ho la possibilità solo di farti invitare, però tu così, una bella azienda come sei.... tu arrivi, fai una bella offerta, ti presenti in un certo modo e vinci”. Però: “se vuoi che ti arriva la lettera d’invito mi devi pagare”. Secondo l’altro imprenditore, De Vellis a luglio del 2018 gli avrebbe presentato una fattura, pagata subito, da 48.000 euro.

Fattura che, secondo le accuse raccolte dal comando provinciale di Milano della Guardia di finanza, sarebbe una di quelle emesse (dalla De Vellis servizi globali srl) per operazioni inesistenti, al solo scopo di ottenere il compenso per l’attività di mediazione prestata. E il 24 maggio - sostiene l’uomo interrogato dal pm - sarebbe arrivato l’invito alla gara per le pulizie. Il gruppo Fabbro, però, non si aggiudica la gara in vari comprensori della Presidenza del Consiglio.

Tuttavia, l’occasione arriva: “Ho vinto e ho fatto questo contratto che è stato poi un contratto buono”. Siamo a febbraio 2020, la gara riguarda il servizio di ristorazione sempre per la Presidenza del Consiglio per 15.489.168,81 euro. In cambio della partecipazione Fabbro - secondo la ricostruzione dell’accusa - avrebbe versato 73.200 euro, a gennaio dello stesso anno, alla De Vellis servizi globali. La causale è “attività di trasporto, movimentazione merci e logistica”. Per la procura, invece, è il compenso della mediazione.

Secondo Fabbro, De Vellis gli avrebbe detto “questa volta ce la puoi fare, naturalmente io non garantisco niente... però questa volta ci sono più chance”. E ancora l’imprenditore sostiene di aver pagato una fattura anche dopo l’aggiudicazione. Il motivo sarebbe, sempre secondo l’accusa, “Devi ringraziare perché ti ho dato la possibilità di poter vincere”.

Tra gli affidamenti diretti, ottenuti dal Mit, finiti all’attenzione degli investigatori (e per i quali il gip sollecita un approfondimento) ci sono il “servizio di rimozione disinfestazione di vespe” da 2.900 euro, i “lavori di eliminazione del pericolo di caduta” dai balconi della sede del ministero di via Nomentana da 171.909 euro, il “ripristino e restauro dell’orologio del Mit” da 32.704 euro, il “servizio di facchinaggio” da 135.508 euro, il “trasloco di 750 dipendenti del Mit” (ed è in questa circostanza che De Vellis con il suo interlocutore del Mit parla di salsicce “nostre” e “formaggi di casa”).

Tra le carte anche un soggiorno al Sestriere in favore del dirigente del ministero nel residence di De Vellis (“Sì come no certo sì” la risposta dell’imprenditore alla richiesta), monitorato dagli investigatori.
Tuttavia, ci sono ancora diversi aspetti da chiarire e da approfondire. E questo lo farà il proseguo dell’inchiesta.

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