Spazio satira
L'operazione
05.07.2024 - 12:50
Frodi alle assicurazioni, sette misure cautelari, oltre cinquanta indagati. L’operazione porta la firma della polizia stradale. Quattro sono le persone agli arresti domiciliari, due quelle sottoposte all’obbligo di firma e una interdetta ai pubblici uffici. Tra gli arrestati un’avvocatessa e un liquidatore assicurativo. L’indagine, agli ordini dell’ex dirigente della stradale Stefano Macarra, da poche settimane a Salerno per un nuovo incarico, è coordinata dalla Procura della Repubblica di Frosinone.
Sono l’avvocato Eleonora Testa, Cristiano Rotondo, Christian Maramao tutti di Frosinone e Sandro Pellegrino di Roma i quattro arrestati nell’ambito di un’ordinanza del GIP del Tribunale di Frosinone in seguito a un’indagine per truffa alle assicurazioni. Nella stessa indagine tra i 51 indagati compare anche il nome di Federico Dini, fratello di Andrea, l’avvocato che si tolse la vita la scorsa estate precipitando dal sesto piano del suo studio in Piazza Caduti di via Fani.
La polizia di Stato questa mattina ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare personale nei confronti di sette persone. Dopo accurate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Frosinone e svolte dalla locale sezione polizia stradale si ipotizzava la costituzione di un’organizzazione orientata alla commissione di truffe ai danni delle principali compagnie assicuratrici operanti nel settore per la responsabilità civile degli autoveicoli. I reati contestati sono l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei delitti di falso, frode assicurativa e ricettazione.
Le indagini hanno avuto inizio a seguito di un esposto che segnalava alla Procura della Repubblica, alle forze dell’ordine ed alla maggior parte delle compagnie assicurative operanti nella provincia, una ramificata attività illecita finalizzata all’ottenimento di indebiti risarcimenti assicurativi, legati al settore dell’infortunistica stradale, mediante utilizzo di false certificazioni mediche che attestavano lesioni inesistenti riportate dai protagonisti dei sinistri stradali. I risultati dell’indagine facevano emergere una lunga serie di risarcimenti, derivanti da incidenti stradali, ottenuti fraudolentemente tramite uno studio legale che faceva capo al noto avvocato morto lo scorso anno Andrea Dini.
Gli elementi raccolti portavano a considerare l’esistenza di un’associazione per delinquere, con tra i protagonisti alcuni professionisti del settore, avente lo scopo dell’indebito ottenimento di risarcimenti, erogati da diverse compagnie assicurative, mediante l’impiego di società fittizie, operanti nel settore dell’infortunistica stradale e in quello delle cure riabilitative post traumatiche. In tal modo, stando alle accuse, venivano prodotte certificazioni mediche ortopediche, attestanti lesioni inesistenti e ricevute per cure fisioterapiche, in realtà mai operate, sfruttate a fondamento per la quantificazione degli importi risarcitori anche in incidenti stradali realmente avvenuti, ma con conseguenze molto più lievi di quelle indennizzate dalle compagnie assicuratrici. In taluni casi addirittura aggiungendo il coinvolgimento di altre persone non effettivamente implicate nei sinistri.
I risarcimenti ottenuti venivano fatti confluire su conti correnti, accesi pressi istituti di credito ed intestati a soggetti prestanome. Gli stessi membri dell’organizzazione, tutti ex collaboratori dell’avvocato deceduto, sempre stando alle accuse contestate, assumevano ruoli diversi nelle vicende, talvolta come falsi testimoni o protagonisti di sinistri mai avvenuti, proseguendo la lucrosa attività illecita anche dopo la morte del professionista. Con tali modalità delittuose, iniziate fin dal 2019, il sodalizio ha realizzato profitti per alcune centinaia di migliaia di euro ai danni delle compagnie di assicurazione, sfruttandole come una sorta di bancomat da cui attingere liquidità all’occorrenza. Le assicurazioni danneggiate hanno presentato querela su tali eventi alle autorità competenti.
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