Spazio satira
Villa Santa Lucia
29.06.2024 - 18:42
Il sequestro scattato nel 2022
Inchiesta “Acque nere”, il giudice di Cassino dispone il giudizio per Roberto Orasi, Riccardo Bianchi e Jessica Bartolucci. E pronuncia una sentenza di non luogo a procedere per Laura Paesano - per tutti i capi di imputazione contestati - e per Amedeo Rota in merito alla grave accusa di inquinamento ambientale, entrambi assistiti dall’avvocato Giorgio Igliozzi. Restano a carico di Rota solo i reati contravvenzionali. Questa la decisione assunta dal giudice per l’udienza preliminare Massimo Lo Mastro, che ha deciso il processo indicando la loro comparizione al 18 ottobre prossimo davanti al tribunale di Cassino.
Cuore dell’impianto accusatorio iniziale, lo ricordiamo, gli scarichi fuori controllo nel rio Pioppeto, con valori di metalli e altre sostanze oltre i limiti: per questo il Nipaaf del Gruppo carabinieri forestali di Frosinone - guidato dal colonnello Masi - aveva sequestrato il depuratore consortile di Villa Santa Lucia, dando esecuzione anche a delle misure. Tutto sulla base dei riscontri ambientali e sulle intercettazioni telefoniche: una «continua e significativa violazione dei limiti tabellari stabiliti per i reflui dello scarico finale nel depuratore consortile» avevano sottolineato gli inquirenti. Oltre a un atteggiamento di «inerzia», secondo il gip Sodani. Il depuratore, intanto, era stato sequestrato e affidato a un amministratore giudiziario. La maxi inchiesta aveva coinvolto l’allora presidente di AeA Riccardo Bianchi (che poco dopo si era dimesso), l’amministratore Roberto Orasi e Amedeo Rota, responsabile degli impianti gestiti da AeA. Oltre a Laura Paesano, project manager della società e a Jessica Bartolucci, responsabile dell’impianto. Accanto a loro altri quattro gli indagati a piede libero - tutti lavoratori - per i quali la posizione era stata già stralciata, con la richiesta di archiviazione.
Per Bianchi, Orasi, Rota, Paesano e Bartolucci, invece, le indagini erano avanti fino alla chiusura e alle richieste del pm De Franco. Contestate anche alcune attività necessarie a garantire la massima sicurezza sul lavoro. Per la contestazione principale (quella dei reati ambientali) sia Paesano che Rota sono stati assolti.
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