Spazio satira
Cassino
25.06.2024 - 10:00
Petizione contro i rintocchi delle campane della chiesa di Sant’Antonio a Cassino, la città si spacca in due. E le telecamere di Mediaset riprendono tutto. «Dovrebbero smettere di suonare un po’» afferma qualcuno. «Sono una melodia, qualcosa che ci appartiene» risponde un altro cittadino. E la comunità si schiera, con grande animosità, tra chi si dice a favore e chi contro. Una spaccatura che fa sorridere, senza voler scomodare le lotte tra le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini o tra Capuleti e Montecchi.
Già ieri mattina proprio davanti alla chiesa di Sant’Antonio una troupe di “Pomeriggio Cinque” era arrivata per ricostruire la questione. Alla base della vicenda, la petizione lanciata sulla piattaforma Change.org dal nome “Fermiamo il suono prolungato delle campane della chiesa di piazza Diamare a Cassino”. I giornalisti Mediaset, dopo aver incontrato l’ambientalista Edoardo Grossi - promotore della raccolta firme - sono poi tornati nel pomeriggio per raccogliere opinioni con una diretta andata in onda su Canale 5. Solo qualche ora prima Grossi aveva lanciato un appello, chiedendo a tutti i cittadini di esprimere il proprio parere (pro e contro) in piazza sul suono prolungato delle campane.
«Un gruppo di cittadini lamenta il disturbo del suono delle campane in piazza Diamare. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità il rumore può avere effetti negativi sulla salute umana, come disturbi del sonno e stress. Inoltre, uno studio del 2018 ha rilevato che l’esposizione al rumore può portare a una diminuzione della qualità del sonno - scriveva Grossi sulla pagina che ha rilanciato la petizione - Chiediamo rispetto e tranquillità suonando le campane senza superare i decibel previsti per legge». Il parroco - don Benedetto Minchella - aveva già ribadito di essere nel pieno rispetto delle regole.
Il servizio
Una “crociata” contro le campane: così l’inviato di “Pomeriggio Cinque” ha definito la questione divenuta virale in poco tempo. Prima delle opinioni, però, l’intervista a Edoardo Grossi (l’attivista che si è fatto promotore della petizione) che ha sottolineato come il rumore, in base a studi scientifici, possa avere effetti negativi sulla salute umana. E che ora ci sono «altri metodi che possono fungere da richiamo. Come internet». Don Benedetto ha ribadito come abbassare il suono sia impossibile, visto che «la campana è tarata su quella nota musicale». Aggiungendo, in modo ironico, che «i migliori esorcisti sostengono che le campane diano fastidio agli indemoniati». E la città, tra il serio e il faceto, si è davvero divisa. «Con la tecnologia di oggi si può ridurre un po’ il suono con una sorta di coibentazione della campana» ha proposto il signor Gianni. Ma non tutti sono d’accordo. «Le campane sono parte della nostra comunità. Comprate i tappi!» ha rilanciato Angela. «Le campane non mi hanno mai dato fastidio. Prima si suonava ogni 15 minuti. Poi don Benedetto ha “allungato”. Deve ripristinarne il suono» ha aggiunto una residente. Insomma, una scissione netta. Che trova la sua massima espressione sui social. «Quindi: il problema di Palermo è il traffico. E a Cassino le campane» rilanciano sui social dopo il servizio.
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