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Welcome to Italy

Inchiesta sui migranti, dibattimento chiuso: ora la sentenza

Ieri ultime discussioni delle difese. Si torna in aula venerdì prossimo per le repliche e la sentenza. Sotto la lente ancora le contestazioni del vincolo associativo, i servizi offerti e l’emergenza legata all’accoglienza

Inchiesta sui migranti, dibattimento chiuso: ora la sentenza

“Welcome to Italy”, dibattimento chiuso. Tra una settimana la sentenza: il 14 giugno, infatti, dopo le repliche è attesa la decisione di primo grado su uno dei processi più importanti celebrati nell’aula di Corte d’assise di Cassino, sia per le contestazioni avanzate che per il numero di imputati coinvolti.

L’indagine condotta da polizia e finanza ha infatti portato in aula 22 imputati (25 in tutto, con tre che hanno già definito con una assoluzione le loro posizioni scegliendo uno un abbreviato e affrontando - gli altri due - un processo a Santa Maria Capua Vetere), tra cui diversi politici e imprenditori del Cassinate, del Molise e di altre zone del Lazio. Un’indagine complessa aperta sui fondi destinati a vestire, nutrire e istruire i richiedenti asilo ma impiegati, secondo le accuse, per ben altre attività. Per i 22 imputati in aula, nelle precedenti udienze, il pm Alfredo Mattei aveva avanzato richieste di pena durissime, per oltre settant’anni di carcere in totale.

A discutere a lungo ieri - nell’udienza straordinaria fissata martedì proprio per chiudere il dibattimento - sono stati gli avvocati di alcune delle parti coinvolte, che si sono concentrati ancora una volta sulla assenza del contestato vincolo associativo, sulla effettiva presenza dei servizi offerti all’interno delle coop finite sotto la lente e sulla complessità della gestione dell’emergenza legata all’accoglienza. Che sarebbe, per le difese, stata affrontata di pari passo con le Prefetture, chiamate a modificare in corso d’opera i criteri da adottare visti i numeri delle persone da accogliere a dir poco quintuplicati. Dopo il professor Fiorella, l’avvocato Macari ha infatti rilanciato: «Per farsi pagare 1.000 euro il mio assistito ricorre all’avvocato. Ma dove sta il vincolo associativo? Nell’associazione per delinquere non ho mai sentito che i coinvolti si rivolgano agli avvocati».

Stesso punto analizzato dall’avvocato Leone e dall’avvocato Giannichedda. Poi ripreso dall’avvocato Corsetti, che ha battuto nella sua arringa sull’insussistenza dei fatti contestati - soprattutto in relazione al vincolo associativo e all’ipotesi di frode nelle pubbliche forniture - quindi sulla non colpevolezza degli imputati e in particolar modo del suo assistito. Attenta anche l’analisi dell’avvocato Marandola, che ha focalizzato l’attenzione sulla presenza dei servizi. «Lezioni, mediazione linguistica, servizi offerti anche ben oltre il numero di ore previste e regolate con la prefettura».

L’emergenza vissuta in tutte le realtà dell’accoglienza ha imposto rimodulazioni continue di orari e spazi ma, spiega Marandola, ogni richiesta veniva inviata in Prefettura prima di assumere decisioni pratiche. «Se io ho un fascicolo personale per ogni ragazzo, vuol dire che c’è un lavoro dietro, un interesse serio - continua Marandola - C’è chi ha scritto persino un libro sulla sua esperienza nelle coop».

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