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L'analisi

Immigrati, oltre 300 milioni inviati a casa dagli stranieri

In crescita le rimesse verso le nazioni d’origine: dalla Ciociaria nel 2023 trasferiti più di 22.000.000. Consolidato il sorpasso del Bangladesh sulla Romania, dove, in 19 anni è andato quasi un terzo del denaro inviato

Immigrati, oltre 300 milioni inviati a casa dagli stranieri

Lavorano in Italia anche per sostenere le famiglie rimaste nei Paesi d’origine. Sono gli immigrati che vivono in Ciociaria e che, ogni mese o comunque anche più volte l’anno, mandano parte dei loro guadagni all’estero, in Romania come in Nigeria, in Bangladesh come in Albania, ma anche in realtà quali la repubblica Centrafricana o la Mongolia. Un tesoretto che, in 19 anni, è stato calcolato in 300 milioni di euro.

Il sorpasso
A scattare la fotografia delle rimesse degli stranieri all’estero (attraverso i sistemi legali di trasferimento di denaro) è la Banca d’Italia. In provincia di Frosinone già nel 2022 si è registrato il sorpasso con i romeni per la prima volta scavalcati dai bengalesi. Sono loro, infatti, la prima comunità per invio di denaro in Patria dalla Ciociaria. In base ai dati del 2023, i primi Paesi per destinazione di soldi all’estero sono Bangladesh (2.822.000 euro), poi Georgia (2.277.000), quindi Romania (2.262.000). E ancora Nigeria (2.093.000) poco davanti a Pakistan (2.034.000), le uniche nazioni ad aver beneficiato di almeno due milioni di euro.

Il dato storico
Dal 2005 al 2023 resiste però il primato della Romania, Paese verso il quale sono andati oltre 94 milioni di euro. Ma al secondo posto, grazie all’exploit degli ultimi anni, almeno dal 2017 in poi, si consolida il Bangladesh con oltre 18 milioni, che scavalca l’Albania, attestata sempre sui 18 milioni, ma appena dietro. In Marocco sono stati destinati, invece, 12,6 milioni, quindi in Ucraina poco meno di 12 milioni. Altri 11,5 milioni alla Nigeria, mentre sotto quota 10 milioni ci sono Repubblica Dominicana (9,2), Pakistan (8,7), India (8,5), Bulgaria (7,2) e Georgia (7). Più dietro Brasile (5,3), Colombia (5,2), Senegal (5,1), Francia (4,8), Polonia (4,4), Moldavia (4,3), Spagna (4,1), Costa d’Avorio (3,1), Mali (3). Oltre i 2 milioni di euro anche Filippine (2,8), Regno Unito, Germania, Ghana ed Egitto (2,7), Cina (2,3), Tunisia e Stati Uniti (2,2).
Restringendo il campo agli ultimi sette anni, dal 2017 al 2023, sempre primi i romeni con 23,4 milioni trasferiti verso Bucarest e le altre città, poi i bengalesi con 15,6 milioni, i nigeriani con 10,3, gli albanesi con 7,1, i pachistani con 6,9, i georgiani con 6,7, i marocchini con 6 e gli ucraini con 4,9.

Maxi assegno da 300 milioni
Nei 176 Paesi che hanno visto arrivare soldi dalla Ciociaria, dal 2005 al 2023, sono stati bonificati 300 milioni di euro. La crescita è stata continua, dai poco più di 10 milioni di euro spediti nel 2005 ai 22,2 del 2023. Nel 2007 per la prima volta si è superata quota 13 milioni, dal 2008 al 2010 ci si è attestati sui 14 milioni. Quindi nel 2011 è stata oltrepassata quota 15 milioni, soglia che nei sei anni seguenti non è stata più raggiunta. Solo nel 2018 si è registrato un ulteriore boom con 16 milioni di euro. Nel 2019 trasferiti 17,3 milioni, poi 19,1 milioni l’anno successivo, 21.872.000 nel 2021, quindi lieve decremento con 21.807.000 nel 2022 fino ad arrivare al record assoluto di 22.2666.000 dello scorso anno. A beneficiare anche di piccole quote di denaro sono andate a Paesi quali Samoa, Zimbabwe, Oman, Burundi, Curacao, Aruba, Comore, Bhutan, Guyana, Reunion, Tagikistan, Saint Kitts e Nevis, Sud Sudan e Turkmenistan, gli ultimi due della lista. Guardando l’evoluzione dei flussi di denaro nel tempo, si ha una fotografia di come si è sviluppata l’immigrazione in provincia di Frosinone. Nel 2005 i contributori principali erano romeni, albanesi, bulgari, ucraini e marocchini. Ovvero tutte comunità storiche dell’immigrazione in terra ciociara dove, soprattutto all’inizio, si sono concentrati albanesi, marocchini e romeni, mentre l’immigrazione da paesi dell’est Europa come Ucraina e Bulgaria era soprattutto composta da donne chiamate a svolgere il ruolo di badanti nelle famiglie ciociare. Cinque anni più tardi, nel 2010, i romeni versavano in Patria più di 6 milioni di euro, contro il milione degli albanesi. A seguire ucraini, marocchini e bulgari. Nel 2015 il contributo economico dei romeni si è ridotto a 5,5 milioni di euro, quello degli albanesi a 854.000 euro, mentre erano in calo, almeno rispetto ai due anni precedenti, anche i soldi trasferiti a Santo Domingo (729.000 euro), quindi in risalita i marocchini a 583.000 euro, e gli indiani, a 537.000 euro. Nel 2020, nonostante il Covid, le somme spedite all’estero sono state sempre cospicue. Anche se i romeni sono scesi a 3,3 milioni, allora il minimo storico con un trend che si è consolidato in anni più recenti. Poi, al secondo posto, la Nigeria con 2,2 milioni e, al terzo, il Bangladesh con poco più di 2 milioni. Poi il Pakistan e la Georgia con 1,1 milioni. E, dunque, se i contributi verso l’Est Europa hanno subito, col tempo, una frenata, si è registrato un costante aumento verso alcune realtà asiatiche e dell’Africa centrale.

L’immigrazione nel Frusinate
Al 1° gennaio 2022 risultavano 23.377 stranieri residenti in Ciociaria. Le comunità più numerose sono la romena con oltre il 30% del totale degli stranieri, l’albanese (13%) e la marocchina (10%). In termini assoluti gli immigrati della Romani sono 7.353, quelli dall’Albania 3.104. In crescita, a causa della guerra e dell’accoglienza di molte donne e bambini, la comunità ucraina che registra oltre 960 presenze.

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