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Partite Iva, sale il rischio evasione

Secondo uno studio del Sole 24 Ore in Ciociaria quasi sei autonomi su dieci sono considerati “inaffidabili”. Chi non ottiene un punteggio di 8 negli indici Isa dichiara in media 20.484 euro, chi lo supera è a quota 59.078

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Redditi delle partite Iva, in crescita il rischio evasione. A dirlo sono i numeri del ministero dell’Economia, sulla base degli ultimi dati aggiornati con le dichiarazioni del 2023, e anche un report del Sole 24 Ore, pubblicato nei giorni scorsi. La provincia di Frosinone ha il 58,4% di contribuenti a rischio, un dato molto vicino a quello delle province con l’indice peggiore, che sono Isernia (62,9%), Taranto (62,6%) e Nuoro (62,4%). Nel resto del Lazio Latina è al 59,9%, Rieti è al 59,3%, Roma al 59,1% e Viterbo al 57,5%. Le migliori, invece, si attestano sul 50%: Trento, Lecco e Belluno, distanziate da uno 0,4%.

«Gli Indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa) sostituiscono definitivamente gli studi di settore e i parametri - si legge in una nota del dipartimento delle Finanze del Mef - Gli Isa rappresentano i nuovi indicatori statistici introdotti dall’Agenzia delle entrate per valutare l’affidabilità fiscale di imprese e lavoratori autonomi su una scala da 1 a 10: in base al punteggio raggiunto dall’impresa o dal lavoratore autonomo, sono riconosciuti specifici vantaggi, tanto maggiori quanto più alto è il livello di affidabilità fiscale calcolato dall’indice. Gli Isa si applicano ai lavoratori autonomi e agli esercenti attività d’impresa che svolgono, come attività prevalente, una o più attività tra quelle per le quali risulta approvato un Isa e che non presentano una causa di esclusione». 

Nella classifica del Sole 24 Ore le partite Iva della provincia di Frosinone con un’Isa inferiore a 8 (“inaffidabili”) dichiarano in media 20.484 euro, quelle con un’Isa superiore a 8 (“affidabili”) 59.078 euro per una differenza del -65,3%. A Latina siamo a 19.763 euro per chi non raggiunge l’8 e a 59.457 per chi lo supera con un differenziale di -66,8%. In base ai dati diffusi dal dipartimento delle Finanze, per il periodo d’imposta 2022, i contribuenti tra le partite Iva ciociare sono stati 17.698 con ricavi medi dichiarati per 305.600 euro, un valore aggiunto medio di 102.400 e un reddito medio d’impresa o di lavoro autonomo di 36.600 euro.

Le persone fisiche, società ed enti con ricavi dichiarati oltre 30.000 euro con un punteggio Isa inferiore a 8 dichiarano in media 328.700 euro per un reddito medio d’impresa o di lavoro autonomo di 22.900 euro contro i 364.200 e i 63.900 dichiarati (più del doppio degli altri) da chi ha un Isa superiore a 8. I primi sono 8.883 e i secondi 6.672. Il valore aggiunto medio passa da 98.000 euro a 138.000. Le persone fisiche, società ed enti con ricavi dichiarati fino a 30.000 euro se hanno un punteggio Isa inferiore a 8 dichiarano in media 13.600 euro per un reddito medio d’impresa o di lavoro autonomo di 5.400 euro contro i 18.500 e i 13.000 di chi invece ha una pagella superiore a 8. I primi ammontano a 1.444 contribuenti i secondi a 699. 

Solo le persone fisiche sono invece 9.033. Dichiarano un compenso o ricavo medio di 122.700 euro per un reddito medio d’impresa o di lavoro autonomo di 36.300. Oltre quota 30.000 i 3.332 contribuenti con punteggio Isa inferiore a 8 dichiarano 154.700 euro e un reddito medio di 29.900, quelli con Isa superiore a 8 dichiarano rispettivamente 157.500 e 59.300, quindi il doppio degli “inaffidabili”. I 2.143 con compensi fino a 30.000 euro e un punteggio Isa inferiore a 8 dichiarano in media ricavi per 13.600 euro e un reddito di 5.400 euro, chi ha un’Isa oltre l’8, in 699, dichiara 18.500 euro e un reddito decisamente maggiore, 13.000 euro.

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