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Le indagini

Rapper pestato in piazza con una chiave inglese. Cinque giovani in carcere: ecco chi sono

Nei guai una ventinovenne e altri quattro giovani, per un sesto disposto il braccialetto elettronico. Indagini aperte

polizia cassino

Pestaggio al rapper di Piedimonte San Germano, in cinque finiscono in carcere. Per un sesto, invece, il divieto di avvicinamento alla vittima e il braccialetto elettronico. Secondo la polizia della Squadra mobile della Questura di Frosinone coordinata dal vice questore aggiunto Flavio Genovesi e della Squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di Cassino, coordinata dal sostituto commissario Roberto Amato Donatelli, alla base di quella violenza inaudita ci sarebbe una questione amorosa. Per Nicolò e Lorenzo Cioffi - di 24 e 20 anni - Otello De Luca di 25 anni, Davide Nappa di 27 e Noemi Pellegrino di 29 anni (tutti residenti tra Cassino e Piedimonte) il gip del tribunale di Cassino Domenico Di Croce ha applicato la custodia cautelare in carcere. Per un altro ventinovenne, invece, è stata disposta l’applicazione del braccialetto elettronico. I sei coinvolti (alcuni dei quali assistiti dagli avvocati Giancarlo Corsetti, Ernesto Cassone, Elisabetta Nardone, Andrea Pagliarella, Diego Andolfi e Raffaele Iannotta) devono rispondere in varia misura e a vario titolo di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e di stalking. Per gli inquirenti ad accendere la miccia sarebbe stata una questione sentimentale tra la vittima e la ventinovenne, una relazione breve. Ma il quadro è tutto ancora da definire e le indagini restano aperte.

Tensione massima
L’indagine prende il largo in un clima in cui le tensioni in città, nell’ultimo periodo, non sono mancate. I tre episodi legati agli ordigni rudimentali fatti esplodere a distanza di 48 ore in pieno centro, con danni ingenti anche a un bar-pizzeria, hanno fatto alzare il livello d’allerta con l’intensificazione dei controlli su tutto il territorio. E una riunione in Prefettura del Comitato per l’ordine e la sicurezza in cui è stata affrontata la situazione - delicata - di Cassino. Che, come aveva a tenuto a ribadire il sindaco dopo l’incontro, non è di certo divenuta “un caso”. Ma che al tempo stesso ha reso evidente la necessità di dare una risposta da parte delle forze di polizia. Risposta arrivata con forza e immediatezza parte della polizia della Squadra mobile e dei colleghi della Squadra di polizia giudiziaria del Commissariato. A seguito del pestaggio del rapper di Piedimonte, punito - si è detto inizialmente per una sfida social a suon di rime indigeste - le verifiche si sono intensificate. Il rapper era stato colpito brutalmente alla testa, con una chiave inglese e altri arnesi, come ricostruito dagli agenti. «L’attività di polizia giudiziaria ha rivelato una serie di eventi che hanno visto coinvolti gruppi avversi costituiti da personaggi campani e soggetti residenti nel cassinate, già noti alle forze dell’ordine, perché dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti. Nello specifico, in riferimento all’ultimo episodio delittuoso (quello dell’aggressione al rapper, ndr), la Procura di Cassino ha ipotizzato il tentativo di omicidio per le dinamiche della aggressione e la conseguente prognosi di 40 giorni riportata dalla vittima in seguito alle lesioni subite» hanno spiegato dalla Questura. Ieri mattina il gip Di Croce del Tribunale di Cassino, accogliendo le richieste del pm D’Orefice - titolare dell’inchiesta - ha emesso la misura della custodia cautelare in carcere per cinque giovani con l’accusa di tentato omicidio e ha disposto il divieto di avvicinamento per uno degli autori indagato per atti persecutori ai danni della vittima. Tutti di età compresa tra i 20 e i 29 anni.

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