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La vicenda

La truffa del “saldo e stralcio”: cinquantottenne a processo

Un cinquantottenne del capoluogo è a processo con l’accusa di aver raggirato un sessantacinquenne di Fumone. Avrebbe prospettato all’uomo la possibilità di porre rimedio ai suoi debiti facendosi consegnare come corrispettivo 100.000 euro

soldi

Aveva una situazione debitoria con l’Agenzia delle Entrate per oltre 300.000 euro e si è affidato a quello che si sarebbe presentato come un professionista nel campo tributario. Professionista che avrebbe prospettato la possibilità di porre rimedio ai suoi debiti, millantando anche conoscenze ed amicizie con personale dell’Agenzia. Lui, un sessantacinquenne di Fumone, invece di avere meno cartelle esattoriali, si è ritrovato a perdere ulteriori soldi, mentre il professionista, un cinquantottenne di Frosinone, è finito a processo con l’accusa di truffa. Nei giorni scorsi è stata sentita la parte offesa che ha confermato le accuse rivolte al frusinate. Si torna in aula ad ottobre per sentire i testi della parte civile e l’imputato. Il cinquantottenne, difeso dagli avvocati Matteo Salvatori e Marco Scaccia, respinge le accuse.

La ricostruzione
I fatti contestati risalgono nel periodo tra il 2017 e il 2022. Stando alle accuse, il frusinate avrebbe raggirato il sessantacinquenne, che aveva una attività nel settore edile, facendogli credere di poter ridurre i debiti tributari. Sempre stando alle accuse, nel corso dei cinque anni, il professionista sarebbe riuscito a farsi consegnare circa 100.000 euro a titolo di corrispettivo per l’attività che stava svolgendo. Sarebbero stati una trentina gli incontri che il presunto truffatore e il truffato avrebbero avuto negli anni per la consegna e la ricezione del denaro in contante. In due occasioni la liquidità sarebbe derivata da sconti bancari, concessi dall’istituto di credito, sulla base di assegni emessi dalla società riferibile all’indagato in favore della persona offesa. Assegni risultati poi scoperti, tanto che gli importi a titolo di sconto erano stati restituiti alla banca direttamente dal truffato. Il sessantacinquenne si sarebbe reso conto del raggiro solo nel 2022, parlando con una conoscente che lavora in uno studio di commercialisti. Tramite l’accesso all’area riservata per l’utente sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, ha scoperto che non c’era stata alcuna riduzione del debito. Anzi, pochi giorni dopo sarebbe arrivata un’altra cartella esattoriale. Quindi non gli è restato altro da fare che presentare la denuncia e il frusinate è finito sotto processo per truffa. Prossima udienza fra cinque mesi nel tribunale di Frosinone.

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