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Anagni

Maxi bollette per il convitto. Acea alza le mani

Il gestore idrico: non dipende da perdite della condotta. Ingiunzione di pagamento al Comune di oltre 400.000 euro

convitto anagni

Lo storico complesso sede del convitto nazionale Principe di Piemonte di Anagni

Un conto totale di oltre quattrocentomila euro per un consumo d’acqua esorbitante che non può essere attribuito a perdite della condotta. E che dunque il Comune deve pagare. Sulla vicenda delle bollette idriche non saldate per le utenze del Convitto Principe di Piemonte, il gestore Acea Ato 5 spazza il campo da proprie responsabilità affermando in una nota che “i consumi rilevati al misuratore che alimenta il Convitto non sono stati inficiati da dispersioni idriche a carico della società, ma da eventuali dispersioni o usi impropri nella rete posta a valle del misuratore che, come previsto dal regolamento, è di esclusiva competenza del Convitto e degli enti che lo gestiscono”.

Il gestore del servizio idrico, quindi, specifica che i consumi alla base delle bollette emesse a carico del Comune, pur essendo di competenza degli enti che gestiscono il Convitto Principe di Piemonte, proverrebbero da “dopo il contatore”, aggiungendo anche di “eventuali dispersioni o usi impropri della rete…”, quasi a sottolineare la incongruità dei consumi stessi. La vicenda è datata almeno 2020, almeno a giudicare dalla procedura numero 905 avviata da Acea Ato 5. Proseguendo poi con il tentativo di mediazione numero 3/2021, per giungere al decreto ingiuntivo del 5 aprile scorso per l’ammontare di ben 426.910,17 euro, di cui 113.493,99 euro per il “sostenuto pagamento di 8 fatture relative all’utenza 995942 posta a servizio del Convitto; documenti contabili emessi in periodo successivo all’emissione del decreto ingiuntivo numero 875-2022 del Tribunale di Frosinone, in ordine al quale è pendente dinanzi allo stesso organo giurisdizionale giudizio di opposizione”.

Una questione sulla quale sono in molti a porsi domande del tipo: perché gli uffici non hanno pagato le fatture ricevute? Perché il Comune non ha volturato il contatore dopo l’ingresso di Ato 5 nella gestione? E perché l’ente non ha annullato l’utenza dopo la prima ingiunzione, continuando nella morosità in ordine pure alle successive bollette?. Domande finora rimaste senza risposta.

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