Spazio satira
Il rapporto
05.05.2024 - 15:00
Contraffazione, il Lazio prima regione d’Italia per pezzi sequestrati con Roma al top tra le province e Frosinone quinta. La Ciociaria con il 4,8% del totale nazionale è superata solo da Milano (4,9%), Napoli (8,1%), Brindisi (17,6%) e Roma (24,6%). Nelle prime dieci province d’Italia vengono sequestrati tre quarti di tutti gli articoli. Sono i numeri contenuti nel nuovo rapporto Iperico 2023, elaborato dalla direzione generale del ministero delle Imprese e del Made in Italy per illustrare ed analizzare i dati relativi alla attività di contrasto alla contraffazione in Italia, in termini di sequestri, quantità e valore economico dei prodotti sequestrati.
Nel rapporto sono analizzati i dati aggregati sui sequestri per contraffazione dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli di Stato e dalla Guardia di finanza dal 2008 al 2022, al netto delle loro operazioni d’intervento svolte congiuntamente. Dall’analisi sono esclusi tabacchi, alimentari, bevande alcoliche e medicinali, di competenza di altre amministrazioni. «Nel Lazio ammonta a quasi 22 milioni di euro il valore economico stimato della merce contraffatta - si legge nello studio - con il settore profumi e cosmetici (quasi il 30% sul totale regionale) che presenta le maggiori perdite con 6,5 milioni di euro, seguito dagli orologi e gioielli con 4,8 milioni di euro (22% sul totale del Lazio) e le apparecchiature elettriche ed elettroniche con 4,5 milioni di euro stimato (21% sul totale del Lazio). In particolare pesano nelle rendicontazioni regionali, un maxi-sequestro eseguito dalla Guardia di finanza nella zona di Frosinone per un valore economico stimato di circa 6,4 milioni di euro». Tale sequestro, in particolare, pesa per l’11,3% sull’intero valore economico stimato degli articoli contraffatti sequestrati in Italia. Il Frusinate è secondo in Italia dopo Roma che è al 26,2%. Nelle prime dieci province d’Italia sequestrato quasi l’80% del valore nazionale.
Secondo lo studio i prodotti più contraffatti ed intercettati da Finanza e Dogane sono «i giocattoli (figurine/carte da gioco e giochi elettronici), i prodotti cartotecnici (prodotti per la scuola, gadget), il materiale per imballaggio ed etichettatura dei prodotti, i dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti ed igienizzanti), l’abbigliamento per maglieria ed i suoi accessori (borse), i prodotti per l’igiene e la cura per la persona e gli accessori per la telefonia». Al primo posto con il 37,7% degli articoli sequestrati figura l’abbigliamento (maglieria e sport), al secondo con il 24,1% gli accessori di abbigliamento (borse e pellame), quindi le calzature con l’11,6% (più le generiche che le sportive). Consistenti anche i sequestri di apparecchiature informatiche, di cui quasi il 48% è composto da pc e mini pc. A livello percentuale crescono dell’80% gli occhiali sequestrati.
E ancora: «Quanto alla provenienza degli articoli falsi che violano le norme sulla contraffazione, in base all’osservazione dei volumi rendicontati dalle autorità, risulta prevalere l’Italia, con la merce “fatta in casa’’ prodotta nel territorio nazionale, seguita da Cina, Turchia, Marocco e Bulgaria. La Cina è il paese di provenienza predominante per la maggior parte del numero di articoli sequestrati (oltre 7 milioni di pezzi sequestrati nel solo 2022)». I giocattoli la categoria più soggetta a sequestro. Il dossier conferma «purtroppo la costante ed allarmante resilienza del fenomeno contraffattivo in grado di mutare e riorganizzarsi a seconda delle diverse dinamiche evolutive del contesto economico di riferimento».
Nell’ultimo anno monitorato, in Italia, si è registrata una contrazione del 56% dei quantitativi sequestrati, dovuta «al comprovato cambiamento strategico delle organizzazioni dedite al business illegale della contraffazione, sempre più orientate alla parcellizzazione delle spedizioni in piccoli quantitativi in grado di superare le maglie dei controlli, piuttosto che all’organizzazione del flusso distributivo per mezzo di spedizioni di grandi carichi di materiale contraffatto».
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