Spazio satira
Patrica
20.04.2024 - 09:00
Il caso di Giulia Schiff è approdato da mesi nelle aule del tribunale di Latina. Nella vicenda è implicato anche un militare di Patrica
Entra un pezzo della vita di Giulia Schiff nell’aula del Tribunale di Latina davanti al giudice Mario La Rosa, ad alcuni imputati, ai familiari dei ragazzi accusati da una ex pari corso che ha denunciato episodi di nonnismo al Comani.
Sogni, paure, violazioni, punizioni, ricostruzioni, ricordi, frasi ma anche immagini. C’è tutto. Dal battesimo del volo al “Comani”, fino al matrimonio celebrato come ricordato in aula dall’ex Ministro della Difesa.
«Era un segno di fiducia nei miei confronti», è stata la risposta dell’ex Ministro Elisabetta Trenta.
Tra le testimonianze più attese c’era proprio quella dell’ex Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, titolare di quel Dicastero quando sono avvenuti i fatti. Ha parlato per meno di dieci minuti, era il testimone della parte civile della ragazza.
«Sono venuta a conoscenza della vicenda dai social, dopo ho chiesto spiegazioni all’Aeronautica Militare e al Capo di Stato Maggiore e mi disse che erano in corso accertamenti - ha detto - e stavano verificando. Ho conosciuto la Schiff nel 2021. Sì, sono stata ufficiale dello Stato Civile alle sue nozze, me lo aveva chiesto lei ed era un segno di fiducia nei miei confronti.
Ho accettato di andare perché aveva capito che ero una persona di riferimento. Volevo essere più utile per tutti»: è stata la chiusura.
Ha preso la parola anche il padre di Giulia, il quale ha ricordato come la figlia, il 4 aprile del 2017, fosse andata a fare il volo da solista, poi gli sono arrivate sul suo cellulare delle foto: è il fondoschiena di Giulia, tumefatto. E lui ha risposto: «Non siete normali». Giulia ha poi mandato un audio dicendo: «Ho il sedere dilaniato».
Quando il genitore ha inoltre raccontato del periodo successivo all’espulsione dall’Arma azzurra, ha ammesso delle difficoltà incontrate: «Mia figlia ha cercato di trovare lavoro, ma quando sapevano che era la Schiff non ha avuto opportunità. A quel punto, è andata in Ucraina pensando di rendersi utile. Ero incavolato con l’Aeronautica per quello che era successo e quando ho visto il video sono andato su tutte le furie».
Il collegio difensivo, molto agguerrito nel corso del contro esame ha mostrato delle foto di alcuni battesimi dell’aria al padre di Giulia, in alcune immagini ha riconosciuto la figlia: in un caso aveva un fuscello in mano. «Faceva finta di dare frustrate e una foto non è come un video». v poi: «Qui mia figlia partecipata ma cerca di andare controfase», ha ricordato.
È stato ascoltato poi un sottotenente autore del video con il telefonino di Giulia, un inquadratore che ha dichiarato: «Non ha dato segni di disagio, non ricordo se ha pianto o altro».
E ancora: «Giulia aveva ottime qualità - ha detto - ma ha ottenuto molte punizioni, ad esempio sulla cura della divisa oppure le violazioni per l’uso del telefono cellulare, che era un motivo per essere puniti».
Nel processo sono 8 gli indagati: i sergenti Andrea Angelelli, di Copertino, Leonardo Facchetti, di Manerbio, Joseph Garzisi, di Patrica, Luca Mignanti, di Montalto di Castro, Matteo Pagliari, di San Severino Marche, Andrea Farulli, di Gessate, Gabriele Onori, di Tivoli, e Ida Picone, di Vicenza.
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