Spazio satira
Frosinone
12.04.2024 - 19:00
Un tratto della Monti Lepini di Frosinone
Lo stop ai mezzi pesanti sulla Monti Lepini deciso dal Comune per metà maggio come un fulmine a ciel sereno. Associazioni dei trasportatori, sindacati e Unindustria cadono dalle nuvole. Nessuno li ha contattati, nessuno ha esposto loro il percorso alternativo. Ma soprattutto, non si è atteso lo studio sull’analisi del traffico proposto da Unindustria. Non sono mancate le reazioni alla decisione, filtrata nel corso della riunione tecnica di mercoledì con lo scopo di abbattere l’inquinamento da polveri sottili nel capoluogo, e anticipata nell’edizione di giovedì da Ciociaria Oggi. «Noi non siamo stati coinvolti - dice Miriam Diurni, presidente di Unindustria Frosinone - Abbiamo appreso la notizia dal vostro articolo. E sono rimasta leggermente basita».
Da qualche tempo si parla della possibilità, da parte del Comune, di chiudere al traffico pesante il tratto urbano della Monti Lepini e dirottare altrove i veicoli. «Quando abbiamo appreso della possibilità ci siamo messi a disposizione del Comune per effettuare un’analisi del traffico veicolare per capire flussi e direzioni - prosegue la Diurni - Aspettiamo i dati. Noi abbiamo competenze interne. Per fare delle analisi servono dati e tempo. Ma da allora non ho saputo più niente». Nessuna comunicazione, nessuna interlocuzione con gli uffici comunali che lavoravano al progetto di chiusura.
«Si parla di percorsi alternativi che sarebbe stato carino avere a disposizione - prosegue il presidente di Unindustria Frosinone in tono conciliante - Fermo restando che il Comune, se vuole chiudere al traffico, lo può fare». Tuttavia, un po’ di preoccupazione tra le aziende comincia a serpeggiare. «Senza avere dati e periodi sui flussi di traffico dei mezzi pesanti non possiamo capire quale impatto si avrà sulle nostre aziende. Facciamo un esempio per capire: quali sono i settori interessati? La grande distribuzione organizzata sarà esentata? O si dovranno rifornire i supermercati con mezzi più piccoli?». Unindustria guarda a medio lungo-periodo. «Servono soluzioni alternative che possano essere più di prospettiva - evidenzia Miriam Diurni - Non siamo contenti. Cercheremo di capire».
L’obiettivo del Comune è abbassare i livelli di inquinamento. Ma spostando il traffico altrove si sposta, forse, altrove l’inquinamento. «Il punto è questo - rileva il presidente di Unindustria Frosinone - Parliamo di un’arteria che non ricade tutta su Frosinone, la cui chiusura costringerà a deviazioni che impattano su altri territori. L’aria, però, non ha confini. E poi non sappiamo che impatto ci possa essere sull’inquinamento se i dati non sono corroborati da numeri. Supponiamo che il 50% del traffico sulla Monti Lepini sia dei mezzi pesanti, e potrebbero essere quelli i mezzi più impattanti, per cui riduciamo l’inquinamento. Tuttavia, un camion nuovo è meno inquinante di un’auto Euro 0. Anche queste sono considerazioni da fare. Il traffico pesante per quanto tempo lo blocchiamo? Sarà una misura definitiva?».
Tutti interrogativi, al momento, senza risposta. E poi c’è la questione delle deviazioni. «Ci sono percorsi alternativi da comunicare alle aziende che sviluppano traffico pesante - conclude la Diurni - Mi dispiace che ci sia stata una mancanza di comunicazione preventiva». Ma Unindustria è in buona compagnia. Giovanni Cortina della Cna Fita conferma: «Anche noi non siamo stati interessati dal Comune. Stiamo vedendo in queste ore cosa accadrà». Stessa cosa per la Fit-Cisl. Spiega il segretario Roberto Calcagni: «Noi come organizzazione sindacale non siamo stati contattati. Ma finora nemmeno le aziende si sono fatte sentire». Ma ora potrebbero iniziare.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione