Spazio satira
Paliano
10.04.2024 - 13:00
Nuovo processo d’appello per i fratelli Bianchi, condanne definitive per Belleggia e Pincarelli. A mettere un punto fermo sull’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il cuoco ventunenne di Paliano, ucciso a calci e pugni a Colleferro il 6 settembre 2020, è stata, ieri sera, la prima sezione penale della Corte di Cassazione.
Era stato il procuratore generale a chiedere un nuovo processo contro i fratelli Marco e Gabriele Bianchi e la conferma a 23 e 21 anni delle condanne per Francesco Belleggia (l’unico del gruppo ad aver ottenuto i domiciliari) e Mario Pincarelli, tutti di Artena.
Il sostituto procuratore generale Marco Dell’Olio, ieri, ha chiesto alla corte l’accoglimento del ricorso della procura generale contro la concessione delle attenuanti generiche ai fratelli Bianchi che ha comportato lo sconto di pena dall’ergastolo, comminato dalla Corte d’assise di Frosinone, a 24 anni, deciso in appello lo scorso luglio. In pratica, resta confermata la responsabilità penale nell’omicidio (volontario con dolo eventuale) nei confronti di tutti e quattro gli imputati. Occorrerà rideterminare la pena solo per i Bianchi.
Willy era stato ucciso il 6 settembre 2020 a Colleferro a seguito del brutale pestaggio subito, durato tra i 40 e i 50 secondi, per essere intervenuto a sincerarsi di quanto stava succedendo a un suo amico coinvolto in un’accesa discussione. Proprio in quell’istante subentravano i Bianchi dando vita all’aggressione.
Per il procuratore generale è condivisibile la scelta dell’omicidio volontario con dolo eventuale perché, ha detto, picchiando Willy e, conseguentemente, accettando il rischio che il ragazzo morisse, «è perfettamente calzante». Il procuratore generale ha evidenziato che Marco e Gabriele Bianchi sono esperti di Mma ed «erano consapevoli delle conseguenze dei loro colpi, estremamente violenti, inferti con tecniche di lotta Mma contro punti vitali, su un corpo particolarmente esile come quello di Willy».
Ha evidenziato che l’aggressione è stata particolarmente rapida: «40 o 50 secondi sono tantissimi per un soggetto inerme che subisce colpi bestiali. Non vi chiedo di fermarvi e contare fino a 40, io l’ho fatto». Willy ha ricevuto almeno due colpi potenzialmente micidiali «al petto e alla gola» tali da provocare «in maniera sinergica» la morte di Willy. Per il rappresentante dell’accusa «come si può dire che il pestaggio sia stato violento e poi concedere le attenuanti generiche?».
Willy sarebbe stato picchiato perché è stato il primo che gli aggressori si sono trovati di fronte. Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’aggressione iniziava con un calcio di Gabriele Bianchi al torace di Willy, con la pianta del piede, aggrappandosi a un palo, per avere maggior forza, con una mossa di Mma, arte marziale praticata da entrambi i fratelli. Willy era sbalzato contro un’autovettura in sosta, ma si rialzava.
A quel punto subiva una nuova aggressione: veniva colpito con un pugno al volto, sempre sferratogli da Gabriele. Successivamente Marco e Gabriele - in base alla ricostruzione dell’accusa - colpivano il giovane cuoco di Paliano con pugni e calci al volto. E ancora Marco Bianchi colpiva Willy con un calcio all’altezza del collo, nel frattempo anche Mario Pincarelli colpiva Willy con pugni e calci alla testa e Francesco Belleggia con un calcio alla testa, scena che alcuni testimoni hanno descritto come quando si colpisce un pallone, con la vittima ormai inerme.
La procura generale nel ricorso aveva evidenziato che «l’aggressione, cui hanno preso parte tutti gli imputati, era realizzata con inaudita e insensata violenza protrattasi per circa 40/50 (lunghi) secondi». E aveva contestato l’automatismo con cui sono state concesse le generiche ai fratelli Bianchi, «un automatismo... non previsto dal legislatore» che avrebbe portato a una conclusione «confondendo la “forma del dolo” con la “intensità del dolo”».
Le difese, rappresentate dagli avvocati Vanina Zaru, Valerio Spigarelli, Ippolita Naso, Vito Perugini e Loredana Mazzenga, avevano presentato una serie di eccezioni, lamentata la scarsa attendibilità dei testi, la mancata valorizzazione di una tesi alternativa e le carenze nell’individuazione della causa della morte di Willy. Avevano poi insistito, sulla derubricazione dell’accusa in omicidio preterintenzionale.
Per la famiglia Monteiro-Duarte erano presenti i genitori, rappresentati dagli avvocati Domenico Marzi e Vincenzo Galassi, che, dal canto loro, si erano augurati il rigetto dei ricorsi delle difese.
E ora si torna in appello per i fratelli Bianchi.
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