Sora
05.04.2024 - 10:00
Il tribunale di Cassino
Per quella tragedia sarà una ginecologa dell’ospedale di Sora a risponderne in tribunale, l’unica fra gli undici medici, ostetriche e infermieri indagati per la morte di un bambino di due mesi nato il 18 aprile del 2020 al Santissima Trinità. Ieri il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cassino Massimo Lo Mastro ha rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo la dottoressa S. F., del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale sorano, prosciogliendo da ogni accusa tutti gli altri indagati.
Secondo quanto ricostruito dalla procura di Cassino in seguito alla denuncia dei genitori del bimbo, residenti nel Cassinate, subito dopo la nascita avvenuta il 18 aprile del 2020 il piccolo avrebbe mostrato importanti problemi respiratori. Tanto da disporne l’immediato trasferimento al policlinico Umberto I di Roma dove, il 19 giugno, improvvisamente è morto.
Secondo le ipotesi della procura cassinate, che all’epoca dei fatti dispose il sequestro delle cartelle cliniche sia a Sora che a Roma, la probabile causa del decesso potrebbe essere legata a un’insufficienza respiratoria protratta fino alle convulsioni e a lesioni riportate durante la nascita. Questo, stando all’ipotesi accusatoria, perché sarebbe stato ritardato il tempo del parto.
Questioni tecniche complesse sulle quali si sono espressi prima un consulente tecnico nominato dalla procura, poi una seconda consulenza di tre specialisti disposta dal giudice per le indagini preliminari, oltre ai due esperti nominati dalla difesa della dottoressa rinviata a giudizio, affidata all’avvocato Paolo D’Arpino.
Sotto la lente dei periti lo stato di ipossia del bambino alla nascita, con interpretazioni differenti sul livello di allarme del tracciato cardiotopografico registrato subito prima del parto indotto dalla ginecologa quando si è capito che il piccolo era in sofferenza. Operazioni che, per la difesa della dottoressa, sono state eseguite correttamente. Il nodo tecnico sul momento in cui il bimbo ha iniziato a respirare male sarà dunque al centro del dibattimento processuale, ma per chiarire questo aspetto non si potrà contare sull’esito dell’autopsia che non fu disposta all’Umberto primo dove il bambino morì. Tra gli avvocati degli indagati, oltre a Paolo D'Arpino, anche Renato Rea, Augusto Casinelli, Pietro Pomanti, Simone Galluccio, Riccardo Lutrario, Francesco Germani, Federica Lancia, Eleonora Rea e Rosario Bongarzone. La prima udienza dibattimentale del processo è fissata per il prossimo 9 luglio.
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