Spazio satira
Ambiente
03.02.2024 - 11:00
Il consigliere comunale Riccardo Consales A sinistra la centralina Arpa di viale Dante, ora in fase di sostituzione
L'emergenza inquinamento è ormai diventata cronica. Quasi una consuetudine, a cui i cittadini sono talmente abituati da non farci più caso. Ma il quadro della città martire relativo alla qualità dell'aria è alquanto impietoso. Nonostante qualche timido miglioramento rispetto all'anno precedente. Il 2024 per Cassino è cominciato all'insegna di nuovi sforamenti di Pm10, sintomi di un problema, quello delle polveri sottili, che continua a destare serie preoccupazioni per la salute dei cittadini. La causa è da attribuire prevalentemente al riscaldamento domestico.
Il dato
Dal primo al 29 gennaio nella città martire si contano ben 16 sforamenti dei limiti dei 50 microgrammi per metro cubo delle Pm10, registrati dalla centralina Arpa di viale Dante, inoperativa da pochi giorni per sostituzione. Due giorni in più rispetto allo stesso periodo del 2023. La media di periodo sul valore delle Pm10 nell'aria, invece, è pari a 40 microgrammi per metri cubo, quando a gennaio 2023 era di 59,9 punti oltre la soglia limite. Da qui si evince che, nonostante un incremento degli sforamenti, prendendo in considerazione l'intero mese di gennaio la quantità del particolato è sceso. E se a Cassino l'emergenza resta, nel resto della provincia di Frosinone va ancora peggio. Nel Capoluogo, infatti, si contano ben 17 sforamenti al 29 gennaio relativi alla centralina Arpa di Frosinone scalo, con una media di periodo pari a 38 microgrammi per metro cubo, e 4 sforamenti in viale Mazzini, dove la media è di 21. La maglia nera va a Ceccano, che ha subito 20 sforamenti con una media di periodo di 43.
Il dibattito
Il caso, adesso, è diventato anche politico. Durante l'ultimo consiglio comunale, lo scorso lunedì, il consigliere di Fratelli d'Italia, Franco Evangelista, aveva tuonato contro l'amministrazione: «Con la chiusura del corso della Repubblica non avete fatto altro che aumentare il traffico e di conseguenza l'inquinamento». E, a Ciociaria Oggi, sottolinea: «Portare avanti il progetto dell'isola pedonale è assolutamente legittimo ma bisognava considerare tutti i fattori. E l'inquinamento dell'aria è senz'altro il più importante».
Diversa, invece, l'interpretazione offerta dall'amministrazione comunale: «Noi abbiamo sempre sostenuto la tesi promossa dal professor Giorgio Buonanno, dell'Università di Cassino: l'inquinamento derivante dalle Pm10 non è correlabile con il traffico», spiega il consigliere Riccardo Consales. «Ecco perché – aggiunge - non ci aspettavamo, con la chiusura del corso della Repubblica, una diminuzione dei valori. L'inquinamento da polveri ultrafini, le Pm2,5, invece sì. Chiudere un tratto del corso al traffico vuol dire creare un'area senza respirare proprio il particolato più piccolo».
Sulle critiche dell'opposizione, sferza: «È inutile che continuano a dire che i valori si alzano. I motivi sono ben più grandi, legati ai riscaldamenti e alla combustione di legname o altri tipo di combustibili tipo il pellet. Su questo bisognerà intervenire con delle politiche appropriate. Loro criticano l'isola pedonale e poi la usano come sfondo delle loro campagne elettorali». Ancora: «Il blocco del traffico non fa scendere i valori, basta vedere i dati di Frosinone per capirlo. L'isola pedonale serve a ridurre le polveri ultrafini. È chiaro che il valore non cambia perché la centralina è in viale Dante, ma se si vanno a misurare i dati direttamente lungo corso della Repubblica sarebbero nettamente più bassi».
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