L'operazione
12.12.2023 - 17:00
La questura di Frosinone
Tra i circa 1.600 acquirenti di armi da un sito internet spagnolo, sei sono ciociari. È quanto emerso nel processo in corso di svolgimento davanti al giudice monocratico del tribunale di Frosinone a carico di sei uomini residenti ad Alatri (due), Amaseno (due), Fiuggi e Piglio di età compresa tra i 23 e i 65 anni.
In quattro, due le hanno comprate di seconda mano, secondo quanto ricostruito dalla procura di Frosinone, hanno acquistato online quattro carabine ad aria compressa del tipo Gamo G-Magnum Jungle, calibro 5.5, Norda Dragon calibro 4.5, Gamo Whisper Maxxiii Igt calibro 4.5. Gamo Hunter 440 calibro 4.5. I fatti contestati risalgono all'aprile del 2022, data del sequestro effettuato dalla polizia.
Ieri in aula nel processo ai sei, accusati di aver illegalmente detenuto le carabine, in quanto risultate avere una potenza superiore ai 7,5 joule per le quali in Italia è vietata la libera vendita e serve il porto d'armi, come spiegato dal consulente tecnico. Quest'ultimo ha spiegato al giudice Marta Doglietto, che le armi non erano state modificate e che mancava la verifica di conformità del banco nazionale di prova sul rispetto del limite dei 7,5 joule.
A seguire è stato ascoltato un agente della questura di Frosinone che ha spiegato la genesi dell'inchiesta, nata dalla comunicazione dalla Spagna all'Italia dell'elenco di quanti hanno acquistato armi ad aria compressa. Quindi - ha spiegato il teste - una informativa del servizio centrale operativa forniva a tutte le questure gli elenchi degli acquirenti da controllare in ogni provincia. Da lì i poliziotti sono arrivati ad Alatri, Amaseno, Fiuggi e Piglio.
L'agente ha riferito di un intervento a Fiuggi per una perquisizione, che però non è avvenuta in quanto il detentore ha consegnato spontaneamente la carabina ai poliziotti che hanno effettuato il sequestro.
Rispetto al prodotto originale, era stato aggiunto solo il mirino, ha aggiunto in aula il poliziotto. «C'è chi ha venduto l'arma a terze persone e abbiamo dovute ricercarle», ha precisato l'agente. Ma poi anche le due armi cedute sono state recuperate. «Le autorità spagnole dicono - ha spiegato il testimone - che la società vende armi con potenziali difforme a quelle vendibile sul territorio italiano». Il pm ha prodotto il cd contenete l'elenco degli acquirenti e l'informativo del servizio centrale operativo.
Le difese, rappresentate dagli avvocati Angelo Testa, Marino Iacovacci, Rosario Grieco, Daisy Liburdi, Alessandra Bufalini, Giovanni Battista Reali, Carlo Calicchia, Giovanni Tomaino e Fabio Nicolanti, sostengono che dalla Spagna non erano indicati i joule di potenza delle armi, come risultato anche dalla scatola di una delle armi sequestrate. Gli imputati affermano di essersi fidati, al momento dell'acquisto, che quelle armi potevano essere liberamente vendute. Prossima udienza a marzo per ascoltare gli imputati.
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