Spazio satira
Il punto
27.11.2023 - 13:00
Dopo le anticipazioni dei giorni scorsi, il report definitivo di Cittadinanzattiva sulla Tari ci restituisce una situazione di Frosinone città in chiaroscuro. L'"Osservatorio Prezzi e Tariffe", infatti, ci dice che la tassa media pagata ad utenza nel capoluogo, nel 2023, è salita a 302 euro pro capite con un aumento dell'1% rispetto al 2022, quando il tributo medio ammontava a 299 euro. Un trend poco confortante se si pensa che nel 2022, rispetto al 2021, si era registrata una diminuzione del 5,7%, essendo passata dai 317 euro del 2021 ai 299 dello scorso anno.
In ogni caso, i cittadini di Frosinone risultano più fortunati rispetto a quelli degli altri capoluoghi: a Latina si pagano, infatti, 460 euro ad utenza, a Rieti 335, a Roma 378 e a Viterbo 319, mentre la media regionale è di 359 euro.
Notizie in chiaroscuro anche per la percentuale di raccolta differenziata che passa dal 71,6% del 2020 (ultimo dato precedente disponibile per fare un raffronto) al 69,2% del 2021, con una diminuzione di 2,4 punti percentuali. Anche in questo caso, comunque, i frusinati sono i più virtuosi nella regione: Latina è ferma al 35%, Rieti si attesta al 54,8%, Roma al 45% e Viterbo al 56,7%; la media regionale è del 53,4%.
Diminuisce anche la produzione di rifiuti urbani pro capite: a Frosinone è passata nel giro di un anno da 508,11 chilogrammi a 495,7 chili ed l'unico capoluogo del Lazio nel quale si è registrata una diminuzione. Il dato di Frosinone è inferiore alla media regionale che è di 504,5 chilogrammi. In generale, è di 320 euro la tassa per i rifiuti pagata in media nel 2023 da una famiglia nel nostro Paese, con un aumento del 2% circa rispetto all'anno precedente.
La spesa più elevata si registra al Sud, con la Campania in testa a livello regionale (416 euro, e un leggero aumento dello 0,5% rispetto all'anno precedente) e ben sette capoluoghi di provincia meridionali nella top ten dei più cari, guidata da Catania dove una famiglia spende mediamente 594 euro all'anno. La regione in cui si rileva la spesa media più bassa sono le Marche (250 euro); fra i capoluoghi di provincia è Udine quello meno caro, con una spesa media a famiglia di 181euro, tre volte in meno che a Catania.
Sono 54 i capoluoghi in cui si registrano aumenti della tariffa, soltanto 20 quelli in diminuzione: l'incremento più elevato è a Latina (+31,2%), la riduzione più consistente ad Imperia (-23,3%).
È questo il quadro che emerge dalla rilevazione dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, giunto alla 16ª edizione. L'indagine sul costo sostenuto nel 2023 per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia prende come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. L'indagine è realizzata nell'ambito del progetto "Vita da generazione spreK.O.", finanziato dal Mimit. Dall'indagine sono stati esclusi, per difficoltà di comparazione, i capoluoghi di provincia che hanno adottato la tariffazione puntuale dei rifiuti: Cesena, Ferrara, Forlì, Parma, Reggio Emilia, Pordenone, Cremona, Biella, Trento, Bolzano, Belluno e Rovigo.
«Nella grande maggioranza delle città capoluogo di provincia, oggetto della nostra rilevazione, si continua ad adottare una modalità di calcolo dei costi che non tiene conto dei rifiuti realmente prodotti. Questo meccanismo non risulta essere incentivante verso la riduzione dei rifiuti che deve essere la priorità per le amministrazioni locali e per i cittadini» afferma Tiziana Toto, responsabile nazionale delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva.
«Nel 2021, secondo dati Ispra, la produzione di rifiuti pro-capite ammonta a 502,15 kg, valore che rimane purtroppo sostanzialmente stabile nel corso degli anni, fatta eccezione del calo legato al periodo pandemico. Si consideri inoltre che, attualmente, sebbene si arrivi ad un livello medio nazionale di raccolta differenziata pari al 64%, la percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani si ferma al 48,1%. La differenza tra questi due valori pone l'attenzione sull'importanza di incrementare la qualità della nostra raccolta differenziata. Lavorare sulla riduzione dei rifiuti e sulla qualità della raccolta differenziata porterebbe ad una ottimizzazione del sistema di gestione con la diminuzione dei costi».
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