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Il caso

Capretta seviziata. Le associazioni animaliste vanno all'attacco

Decine di associazioni si sono costituite nel procedimento che si è concluso per la fase delle indagini preliminari. Nei guai quattordici giovanissimi

Capretta seviziata. Le associazioni animaliste vanno all'attacco

Capretta presa a calci in un agriturismo di Anagni a fine agosto, decine di associazioni animaliste all'attacco. Si sono costituite nel procedimento che si è concluso sotto il profilo delle indagini preliminari.
Indagini concluse nei confronti dei giovani finiti sotto accusa, insieme ad altri minorenni (per cui si procede separatamente), per il caso dell'animale morto e la cui vicenda è finita alla ribalta anche della cronaca nazionale. Le accuse sono di maltrattamenti di animali e istigazione a commettere un delitto. Ma, ricordiamo, non si potrà contare sul corpo del reato. La carcassa della capretta, presa a calci il 27 agosto scorso in un agriturismo di Anagni e gettata sotto un muretto, non c'è più.

Sembrerebbe sia stata mangiata da altri animali, forse cinghiali, come avrebbe dichiarato ai carabinieri il titolare dell'agriturismo. Trattandosi di corpo di reato, era stato disposto il sequestro della carcassa dell'animale per accertamenti tecnici. Accertamenti necessari a chiarire se la capretta fosse già morta per cause naturali, come sostengono i giovani indagati (in tutto sono 14 giovanissimi) quando è stata presa a calci e la scena ripresa e diffusa sui social.

«Mai visto uno spiegamento così consistente di associazioni - ha commentato l'avvocato Giampiero Vellucci, difensore del principale indagato e di altri quattro giovani sotto accusa - Il problema non è che sia da considerarsi inopportuno l'intervento di un'associazione in un processo in cui in teoria si parla di uccisione di animale, il fatto è che gli indagati hanno sempre dichiarato che la capretta era già morta nel campo adiacente all'agriturismo, e, quindi, a maggior ragione, l'intervento delle associazioni è ingiustificato».

In campo, come detto, decine di associazioni animaliste. Tra le prime a scendere in campo l'associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa). L'associazione, nelle scorse settimane, ha infatti annunciato, con una nota pubblicata sul suo sito, la presentazione di un esposto-denuncia alla procura della Repubblica di Frosinone e il contestuale invio di una lettera al ministro della giustizia Carlo Nordio per chiedere di far luce sulla sparizione della carcassa.

«È una vicenda che lascia aperti molti sospetti - aveva sottolineato l'associazione in una nota - Che un corpo di reato, tra l'altro di un vergognoso atto che ha portato ad iscrivere oltre una decina di giovani per il reato di sevizie e maltrattamento di animali, sia stato mangiato dagli animali come dice il titolare dell'agriturismo è un ipotesi possibile ma inverosimile. Ci auguriamo che si arrivi presto alla verità e che i ragazzi indiziati possano essere processati. Infatti, la mancanza del corpo del reato potrebbe far decadere le accuse in quanto impossibile provarne l'esistenza e questa sarebbe una beffa non solo per noi animalisti, ma per tutto il sistema giudiziario italiano».

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