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La sentenza

Lancia un vaso dal settimo piano. Condannato stalker condominiale

L'uomo era stato denunciato dai condomini. Il tribunale di Frosinone gli ha inflitto una pena di tre anni per i fatti relativi al periodo che va dal 2018 al 2020

Lancia un vaso dal settimo piano. Condannato stalker condominiale

«Un clima intimidatorio». E la modifica delle proprie abitudini di vita all'interno del condominio da parte di chi lì viveva o lavorava. Su questo si è basata la procura di Frosinone per chiedere una condanna per stalking condominiale e danneggiamento. E ieri, dopo la discussione e una breve camera di consiglio, il giudice monocratico del tribunale di Frosinone Francesca Proietti ha condannato a tre anni il protagonista di questa storia.

«Tutti gli abitanti del condominio sentiti hanno evidenziato la modifica delle loro abitudini e un costante stato di ansia quando salivano le scale o prendevano l'ascensore», ha riferito il pm Marzia Uras nel ricostruire andata avanti dal 2016 al 2020 in un palazzo nella zona della villa comunale.

Il pm ha ripercorso quanto riferito da diversi testi, dalla professionista «colpita da una secchiata d'acqua gelata mentre faceva le scale» ai clienti degli studi professionali «molestati». L'accusa ha parlato di «piccoli episodi» che, però, messi insieme, tra danneggiamenti, minacce e offese, hanno determinato un «clima di terrore nel condominio», «situazioni di malessere, ansia e problemi nel vivere quotidiano».

Un modus operandi collaudato tanto che l'accusa ha puntato l'indice sull'imputato anche per quei episodi di danneggiamento per i quali non è stato visto direttamente. Il pm ha definito gli indizi «concordanti». Tanto più che nessun altro in quel palazzo aveva «interesse a staccare la corrente a persone già prese di mira o a rompere i vasi. Episodi sempre più ravvicinati nel tempo e mirati verso certi soggetti». Da qui la richiesta di condanna a un anno e otto mesi.

Per la parte civile, l'avvocato Nicola Ottaviani, in rappresentanza di un gruppo di condomini, ha aggiunto: «Siamo davanti a una reiterazione della condotta. Si è varcato il limite della tollerabilità. Persone che lavorano o vivono in quel condominio sono state costretti a installare delle telecamere». Quindi, con riferimento al lancio del vaso dal settimo piano, la parte civile ha esclamato: «Ci rendiamo conto della pericolosità della condotta?». Dato che si trattava di una persona a Frosinone per ragioni di giustizia, era stato informato anche il ministero dell'Interno con un «esposto amministrativo».

A seguire ha preso parola la difesa, con l'avvocato Annalisa Martini, per negare ogni coinvolgimento dell'imputato per gli episodi per i quali non è stato visto come anche per quelli per cui è stato accusato direttamente dagli altri condomini che fecero la denuncia. Negato il lancio del vaso dal settimo piano, della secchiata d'acqua delle bottiglie di birre, come anche delle minacce a una ragazza. Per la difesa che ha parlato di «episodi di scortesia» non c'è prova delle accuse e ha chiesto l'assoluzione. Di tutt'altro avviso, però, è stato il giudice che ha condannato l'uomo a tre anni per gli episodi dal 2018 al 2020. Oltre che al risarcimento delle spese per le parti civili da liquidare in sede civile. Tra novanta giorni le motivazioni. Poi l'appello.

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