Spazio satira
La situazione
13.10.2023 - 15:00
Delitto di via Pascoli, chiesta una nuova perizia per Sandro Di Carlo, l'operaio di Cassino di 26 anni arrestato per la morte della dominicana Yirel Peña Santana, uccisa brutalmente a 34 anni.
Che fosse l'alba di una guerra di perizie sul caso della dominicana ammazzata nel suo appartamento si era capito sin dall'inizio dell'apertura del fronte giudiziario. Per l'esperto della difesa, Di Carlo - accusato dell'omicidio - non era lucido. Valutazione opposta per il professore incaricato dalla procura.
Così ora la difesa dell'operaio, rappresentato dagli avvocati Vittorio Salera e Alfredo Germani, ha presentato istanza per poter nominare un collegio di tre medici specialistici in grado di affrontare con gli strumenti dovuti la sua capacità di intendere e volere. Un ampliamento dell'incidente probatorio, per il quale si attende la decisione del gip. Mentre le indagini della polizia - gli agenti della Mobile e del Commissariato, insieme alla Scientifica - vanno avanti: ogni singolo aspetto, ogni singola traccia isolata e repertata sono davvero passati al luminol. Le verifiche, coordinate dai pm Siravo e Mattei, sono capillari.
La violenza
Yirel, che ha trovato sepoltura solo dopo quattro mesi dal brutale omicidio nel cimitero di San Bartolomeo, è stata picchiata selvaggiamente prima di essere accoltellata. Alla funzione funebre, celebrata alla presenza della madre di Yirel (rappresentata dall'avvocato Marco Rossini) e di altri amici, messaggi importanti lanciati agli inquirenti. Affinché sia fatta giustizia. Ma con un pensiero anche per la famiglia dell'operaio, travolta da tanto dolore.
La violenza sul corpo della dominicana era visibile a occhio nudo. Presa a calci e a pugni, poi azzittita affinché le sue grida non uscissero da quelle quattro mura in via Pascoli. Quindi i colpi fatali: alcuni di striscio, quattro invece andati a segno. Un fendente le avrebbe perforato il polmone. Una morte sopraggiunta qualche ora dopo, in un lago di sangue. A indirizzare le indagini sul ventiseienne cassinate è un'impronta insanguinata isolata dalla scientifica sul muro, ai piedi del corpo della giovane vittima: inserendola nella banca dati dell'Afis, il riscontro è stato immediato.
Fondamentali nell'attività di indagine della polizia gli abiti ancora sporchi di sangue e soprattutto il contenuto dei cellulari sequestrati. Ma il giovane ha subito negato ogni addebito. «Non sono stato io» aveva detto al gip Alessandra Casinelli, offrendo la sua versione dei fatti. Al momento tutto resta sequestrato e si attende la chiusura delle indagini che potrebbe arrivare a breve.
Valutazioni contrastanti
Di Sandro, accusato di aver ucciso Yirel, era "lucido" al momento del fatto ed è in grado di sostenere il processo: queste le risultanze del professore nominato dalla procura, emerse il 24 luglio scorso in aula durante l'incidente probatorio. L'incarico per la perizia è stato affidato al professor Ferracuti: trenta i giorni per portarlo a compimento, vista la delicatezza ma anche l'urgenza del caso. Il doppio quesito posto riguardava la sua capacità di intendere e di volere al momento dei fatti e la capacità attuale di affrontare un processo.
Opposte le risultanze a cui è invece giunto il professore Mastronardi della Sapienza - consulente di parte - che, al termine delle proprie verifiche, ha presentato a fine settembre la valutazione finale. Per Mastronardi, dunque, Di Carlo è totalmente incapace di intendere e volere. Ecco il nodo della richiesta dell'indagato di approfondire un aspetto affatto secondario in questa delicatissima vicenda. Parola al gip.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione