Spazio satira
L'omicidio
20.09.2023 - 09:06
L'abitazione di via Pascoli dove è stata uccisa la giovane dominicana
Sono trascorsi quasi quattro mesi da quel terribile 27 maggio, quando Yirel veniva assassinata brutalmente in un appartamento di via Pascoli. Dopo una serie di comunicazioni con l'ambasciata, ora avrà una degna sepoltura nel cimitero di San Bartolomeo, potendo trovare finalmente pace. Mentre le indagini per ricostruire quegli attimi di violenza cieca vanno avanti.
Finora Yirel Peña Santana - la trentaquattrenne dominicana trovata in un lago di sangue, colpita a morte da diverse coltellate - era rimasta bloccata nell'obitorio del Santa Scolastica. Se, infatti, la procura di Cassino - a capo delle complesse indagini affidate alla polizia della Squadra mobile di Frosinone e del Commissariato di Cassino - aveva dato subito l'ok (addirittura il primo giugno scorso), con l'unica indicazione di non trasferire la salma nel suo Paese d'origine per ipotetici successivi approfondimenti, non aveva di certo chiesto di lasciare il corpo della giovane vittima all'obitorio. Senza neppure una tomba su cui deporre un fiore.
Nelle ultime ore lo sblocco delle procedure: sabato alle 10.30 nella chiesa di Sant'Antonio avrà luogo la funzione funebre, alla presenza della madre di Yirel (rappresentata dall'avvocato Marco Rossini) e di altri amici. Poi la tumulazione nel cimitero cittadino di San Bartolomeo. Se la famiglia, al termine delle attività investigative e giudiziarie, dovesse decidere per un trasferimento a Genova, dove vive la madre, potrà sempre eseguirlo. Intanto chiunque voglia recarsi sulla sua tomba per una preghiera o per deporre un fiore, da sabato potrà farlo.
Il delitto
Picchiata selvaggiamente prima di essere accoltellata. Calci e pugni: una violenza visibile a occhio nudo sul corpo di Yirel. Che è stata azzittita, affinché le sue grida non uscissero da quelle quattro mura. Poi i colpi fatali: alcuni di striscio, quattro invece andati a segno. Un fendente le avrebbe perforato il polmone. Una morte sopraggiunta qualche ora dopo, in un lago di sangue. Per gli inquirenti a dover rispondere di omicidio volontario aggravato è Sandro Di Carlo, 26 anni di Cassino, operaio edile; giovane già noto alle forze dell'ordine, tra denunce per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. A indirizzare le indagini su Sandro Di Carlo, un'impronta insanguinata isolata dalla Scientifica sul muro, ai piedi del corpo della giovane vittima: inserendola nella banca dati dell'Afis, il riscontro è stato immediato. Fondamentali nell'attività di indagine gli abiti ancora sporchi di sangue e soprattutto il contenuto dei cellulari sequestrati. Ma il giovane ha subito negato ogni addebito. «Non sono stato io» aveva detto al gip Alessandra Casinelli, offrendo la sua versione dei fatti. Al momento tutto resta sequestrato e si attende la chiusura delle indagini.
Il Comune in campo
Come già annunciato, il Comune si farà carico di alcune spese per sostenere la tumulazione della giovane dominicana, secondo quanto previsto dalla normativa di specie. Si tratta nel dettaglio delle spese della tumulazione, del loculo che verrà messo a disposizione, e di un contributo. «Faremo tutto il possibile, in base a quanto previsto dalla legge. Ma credo che al di là delle questioni tecniche sia davvero un obbligo morale, un segno di solidarietà alla famiglia colpita da tanto dolore. In questo modo speriamo di poter portare loro la nostra sincera vicinanza. Yirel merita una degna sepoltura» ha aggiunto il sindaco Enzo Salera. L'ambasciata della Repubblica Dominicana in Italia a luglio, rendendo note alcune disposizioni relative alla sepoltura della giovane vittima, aveva presentato con una lettera i complimenti al Comune di Cassino e al sindaco Enzo Salera, lodando la pregevole collaborazione.
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