Spazio satira
Omicidio Scieri
14.07.2023 - 11:30
La vittima: il parà Emanuele Scieri
Archiviato all'inizio come un incidente, la Procura di Pisa nel 2017 riaprì l'inchiesta sulla morte del parà Emanuele Scieri, anche dopo il lavoro svolto dalla Commissione parlamentare d'inchiesta.
Ieri, dopo 24 anni, la svolta. Per la Corte d'assise di Pisa "fu omicidio volontario".
Condannati due ex caporali della Folgore, il ciociaro Luigi Zabara e Alessandro Panella. Inflitti 18 anni a Zabara residente a Castro dei Volsci e 26 anni al suo commilitone.
Entrambi sono stati condannati anche al pagamento delle spese processuali e all'interdizione dai pubblici uffici, nonché al risarcimento dei danni.
I familiari e gli amici di Emanuele, per tutti Lele, non hanno mai creduto all'ipotesi del suicidio o dell'incidente. Negli anni, infatti, sono emersi molti elementi che hanno suffragato la tesi «del clima di nonnismo e di un sistema di disciplina fuori controllo» presente in caserma. Emanuele Scieri venne trovato cadavere ai piedi di una torre della caserma di Pisa il 16 agosto del 1999.
Secondo l'accusa il parà sarebbe stato indotto a salire su una scala alta dieci metri, usata per asciugare i paracadute, da dove è precipitato «in conseguenza degli atti di violenza e minaccia in atto».
Nella sera del 13 agosto 1999 i caporali avrebbero obbligato Emanuele Scieri a salire sulla torre, dopo averlo picchiato e fatto spogliare.
Il giovane sarebbe poi precipitato cercando di fuggire mentre qualcuno dei commilitoni faceva pressione con gli scarponi sulle nocche delle sue dita. Secondo l'accusa la morte di Scieri si sarebbe potuta evitare se i caporali, subito dopo la sua caduta, non fossero fuggiti. I due ex caporali erano finiti sotto inchiesta nel 2018, con una svolta nelle indagini della procura di Pisa, guidata allora dal procuratore capo Alessandro Crini, dopo che già la commissione parlamentare d'inchiesta aveva concluso che Scieri non si era suicidato.
La sentenza di primo grado è stata pronunciata ieri. Il verdetto, che doveva arrivare il 14 giugno ma che i giudici avevano posticipato per ascoltare come testimoni tre donne che all'epoca dei fatti frequentavano i due imputati, è arrivato dopo sei ore di camera di consiglio. I pm, Alessandro Crini (procuratore di Pisa) e Sisto Restuccia avevano chiesto 24 e 21 anni.
«Mio fratello non ci sarà restituito ma adesso c'è una verità, quella che noi abbiamo sempre voluto, sia io che i miei genitori - le parole di Francesco Scieri, fratello di Emanuele - Hanno lottato fino allo stremo per avere questa giornata così importante e finalmente una sentenza di condanna per i colpevoli, per quelli che hanno sbagliato. Noi volevamo la verità e così oggi è stata scritta una pagina di verità». Duro lo sfogo anche della madre del parà: «Abbiamo sofferto tantissimo sia per il dolore che abbiamo avuto sia per il muro di gomma che ci negava la verità e la giustizia».
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