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La storia

Diventa figlio a cinquant'anni. La sentenza

C'è voluta una causa discussa davanti al tribunale civile di Cassino per vedersi riconosciuto dal padre. Le parti hanno anche eseguito un test del dna

tribunale di cassino

Il tribunale di Cassino

Che si possa diventare papà anche in tarda età non è cosa nuova. Ma che questo possa valere anche per un figlio è un tema sempre poco affrontato. Non, certamente, in tribunale. A intentare una causa davanti al tribunale civile di Cassino è stato un cinquantenne che, affidandosi agli avvocati Andrea Coletta e Giovanna Biello, ha ottenuto lo sperato riconoscimento. E un importante risarcimento del danno, superiore a 50.000 euro. Secondo quanto emerso durante il delicato processo, il cinquantenne - un libero professionista di Cassino - avrebbe tentato di far assumere all'uomo (ora suo padre a tutti gli effetti) le proprie responsabilità. Tentativi vani.

Una situazione complessa, che durante la crescita avrebbe acuito una evidente sofferenza legata alla constatazione dell'abbandono del genitore e alla mancata volontà di assumersi le proprie responsabilità. Fino a che il cinquantenne ha deciso di procedere chiedendo di eseguire indagini biologiche. Attraverso le varie udienze sono saltati fuori rapporti personali, paure, questioni mai risolte. Il padre avrebbe smentito la ricostruzione dei fatti di «non aver mai manifestato alcuna forma di colpevole disinteresse per le sorti del cinquantenne», sottolineando come invece si sarebbe presentato solo negli ultimi anni per far valere pretese e diritti, nonostante l'assenza di prove scientifiche sullo stato rivendicato. Poi, nelle fasi successive del processo, le parti hanno eseguito il test del dna, che ha dato esito positivo.

Per il Collegio, presieduto dal giudice Massimo Pignata, non solo ci sarebbe una piena compatibilità tra i due profili genetici. Ma sarebbe evidente anche che il padre fosse consapevole della possibilità che il cinquantenne potesse essere suo figlio. Oltre a diversi testimoni ascoltati in aula, a chiudere il cerchio anche una testimonianza de relato che lo collocava subito dopo il parto in ospedale. Ma, vista la sua relazione con un'altra donna della famiglia, le cose non andarono nel verso giusto. Per i giudici, nonostante la delicatezza della situazione, l'uomo non avrebbe potuto non ipotizzare - almeno - di essere il padre del piccolo. Ecco il motivo dell'accoglimento delle istanze degli avvocati Andrea Coletta e Giovanna Biello.

Il tribunale ha accolto la domanda del cinquantenne, ha disposto che l'ufficiale giudiziario del Comune di Cassino provveda ad annotare la sentenza negli atti dello Stato civile. E ha condannato il padre al pagamento di quasi 53.000 euro a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale derivato dal ritardato accertamento del rapporto di filiazione, nonché al pagamento delle spese di giudizio, per ulteriori 6.345 euro.

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