La ricostruzione
28.05.2023 - 16:00
La vittima Yirelis Peña Santana
Una chiazza di sangue all'ingresso. È stato questo che ha fatto scattare l'allarme per la morte di una donna di 34 anni di origini dominicane. Una chiazza di sangue che portava dritta all'appartamento di Yirelis Peña Santana, giovane domenicana a Cassino da meno di un mese. In precedenza, come è stato detto a pochi minuti dall'omicidio avvenuto in via Pascoli, si trovava in Piemonte. Decine di coltellate tra il torace e il volto. Una più profonda all'altezza della gola. Sarebbe morta così, nella sua stanza da letto, la giovane domenicana che nessuno ricorda. Neppure i vicini di casa né i titolari delle attività che insistono in quella zona sapevano quale fosse il suo nome. La descrivono silenziosa e sempre sola, forse mamma di tre ragazzi -ha aggiunto qualcuno - come raccontano gli esercenti della zona, sotto choc per l'accaduto.
L'allarme e la scoperta
La chiamata alla polizia è arrivata poco dopo le 13.30. Il sopralluogo è avvenuto qualche minuto più tardi. Alle 14 la tranquilla zona di via Pascoli era piena di sirene, tra polizia e 118. Si pensava a un malore, alla possibilità di trovare qualcuno ferito. Invece la trentaquattrenne che da meno di un mese viveva nell'appartamento diviso a metà - con un ingresso unico ma con due unità abitative distinte - al secondo piano di una palazzina del centro, era stata uccisa. Accoltellata con ferocia. Morta dissanguata.
Le indagini
Sul posto nell'immediatezza, insieme al 118, la polizia del Commissariato di Cassino guidato dalla dottoressa Simona Maffei con la squadra di polizia giudiziaria coordinata dall'ispettore Roberto Donatelli, insieme ai colleghi della Squadra mobile di Frosinone, agli ordini del dirigente Flavio Genovesi. Per ore la polizia scientifica ha eseguito i rilievi del caso, con un sopralluogo durato fino a tarda sera anche da parte del sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo, titolare dell'inchiesta. I rilievi sono stati eseguiti con grande scrupolo, non lasciando in secondo piano nulla: ogni dettaglio, infatti, può fare la differenza. E visto che gli omicidi perfetti non esistono, sulla scena del crimine c'è senza ombra di dubbio la firma dell'assassino. Oltre ai rilievi della scientifica, la polizia ha anche analizzato la zona per individuare vie di fuga e soprattutto la presenza di telecamere. Diverse, infatti, le attività commerciali presenti in zona: sistemi di sicurezza privati che potrebbero aver immortalato l'omicida mentre si allontanava. Questo sarà, senza ombra di dubbio, uno degli elementi chiave in grado di dare un volto all'assassino. E che verrà certamente messo a sistema con le informazioni che verranno estrapolate dal cellulare della vittima. Da una prima analisi criminalistica e criminologica dei fatti oggetto di accurate indagini della procura di Cassino, la vittima poteva conoscere il suo assassino. Ma non poteva di certo immaginare una brutalità simile.
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