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07.05.2023 - 19:00
L'ex mercato coperto finito al centro dell'indagine delle Fiamme gialle
Inchiesta su sisma bonus, istigazione alla corruzione e peculato: nel pomeriggio di ieri sono arrivati i primi pronunciamenti del Riesame sui ricorsi - proposti dagli avvocati degli imprenditori coinvolti - in relazione alle misure personali applicate a tre dei 17 indagati. Si tratta dell'ex consigliere comunale di Cassino Salvatore Fontana, l'ex presidente della Regione Molise Paolo Di Laura Frattura e l'imprenditore di Cesena Stefano Amadori.
Ieri la comunicazione dell'annullamento delle misure a cui in varia misura erano sottoposti, che vanno dal divieto di dimora nel territorio del Comune di Cassino all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, fino al divieto di esercitare per un anno qualsiasi attività d'impresa. Dichiarata l'incompetenza territoriale per l'ipotesi di autoriciclaggio.
Proprio Fontana, assistito dagli avvocati Sandro e Vittorio Salera e Paolo Marandola, ha dichiarato a caldo: «Ho fiducia nella giustizia e continuerò ad averne. Nulla di più». Ora occorreranno 45 giorni per conoscere le motivazioni del Riesame. Mentre si attende la decisione sui ricorsi proposti in relazione alle misure reali. In quella sede, lo ricordiamo, non c'erano solo gli avvocati degli indagati (per Frattura, Ranaldi e Prencipe) a discutere: accanto a loro, anche gli avvocati degli acquirenti degli appartamenti dell'ex mercato coperto (assistiti dagli avvocati Giannichedda, Di Sotto e Corsetti), finito al centro della maxi inchiesta.
I due binari
L'affare dell'ex mercato coperto è solo uno dei filoni seguiti dal Gruppo delle Fiamme gialle di Cassino. In mezzo pure una ipotesi di peculato per i vaccini anti-Covid.
L'inchiesta, in realtà, nasce da tutt'altra questione: la pubblica denuncia da parte del sindaco Enzo Salera durante un consiglio comunale su un presunto tentativo di pilotare gli appalti nel settore dell'efficientamento energetico. Da questo punto parte il primo filone, che segue l'ombra di un "ricatto politico", che continua a far discutere.
E sul primo filone si innesta il secondo troncone d'inchiesta, quello relativo alla struttura già finita al centro di una vecchia questione giudiziaria. Per il Gruppo di Cassino, questa volta, la vendita degli appartamenti dello stesso immobile avrebbe celato una truffa, visto che nella realizzazione del complesso sarebbe mancato il rinnovo di una autorizzazione, facendo venire meno la validità di ogni provvedimento successivo.
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