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L'udienza

Violenze sessuali nella Rsa. Chiesta la perizia psichiatrica

Sentiti gli ultimi testimoni, la difesa punta a far dichiarare l'infermità di mente Il tribunale, per il momento, acquisirà la cartella clinica, riservandosi la decisione

Violenze sessuali nella Rsa. Chiesta la perizia psichiatrica

Nel tribunale di Frosinone è in corso il processo a carico di un uomo accusato di violenza sessuale nei confronti di tre pazienti di una Rsa

Violenze sessuali nella Rsa, il tribunale chiede la cartella clinica dell'imputato mentre la difesa sollecita una perizia psichiatrica.
È quanto emerso davanti al tribunale di Frosinone (presidente Mancini) nel processo a carico di un paziente della struttura sanitaria, accusato di aver molestato tre altre degenti. Ieri, intanto, sono stati sentiti gli ultimi testimoni.

Le vittime sono di Boville Ernica, Torrice e Colleferro, di cui una deceduta nel corso delle indagini, con gravi problemi di salute e impossibilitate - come confermato ieri dal medico della Rsa - a difendersi o a prestare un consenso consapevole alle avance da parte dell'imputato, E.R., di 63 anni.

L'udienza di ieri è stata dedicata alle testimonianze di un medico, della caposala e di un operatore socio sanitario. Da quanto emerso, l'imputato si mostrava aggressivo e insofferente verso il personale perché non sopportava di essere continuamente controllato dopo che era stato segnalato per le molestie. Le vittime sono costituite parte civile con il curatore speciale, l'avvocato Silvia Latini, tramite l'avvocato Giovanna Liburdi. Parte civile anche l'associazione "Insieme per Marianna", rappresentata dall'avvocato Antonella Liberatori.

La caposala ha aggiunto che era difficile gestire il paziente in quanto creava grossi problemi, tanto è vero che erano state fatte diverse segnalazioni ai carabinieri, che poi hanno condotto le indagini sul caso. Motivo per il quale l'imputato era stato spostato di letto. Analoghi problemi sono stati riferiti dal personale della struttura anche nel periodo Covid. La caposala ha ricordato una consulenza psichiatrica, durante la quale il medico del Csm, secondo quanto raccontato in aula, «disse che sei venuto a fare che stai bene?». Altre domande sono state improntate sui medicinali che assumeva l'imputato.

A quel punto, sentito l'ultimo teste, il dibattimento si è chiuso. Al che la difesa, rappresentata dall'avvocato Giulia Giacinti, ha chiesto una perizia psichiatrica. Il pm Samuel Amari si è però opposto. Il tribunale ha così deciso l'acquisizione della cartella clinica, ritenenedo l'«assoluta necessità ai fini del decidere», mentre si è riservato la decisione, all'esame della cartella clinica, sulla perizia psichiatrica. La prossima udienza è stata fissata a ottobre.

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