Pietro Ialongo aveva confessato ai carabinieri, che lo avevano fermato a Sabaudia, di aver ucciso Romina e di aver tentato di uccidersi. Lo ha confermato in aula uno dei militari dell'Arma che erano intervenuti dopo la segnalazione di un uomo che vagava nudo sul lungomare. Prima di sentire il militare, il pubblico ministero Vittorio Misiti ha prodotto alla Corte d'assise di Frosinone, presieduta dal giudice Francesca Proietti (in composizione incompleta con due sostituti al posto di due giudici popolari malati), le relazioni dei medici legali e quella della polizia scientifica di Roma sugli appunti di un taccuino che l'imputato aveva con sé al momento del fermo.
Il carabiniere Christian Bernardo riferisce di esser intervenuto verso le 17.10 del 3 maggio del 2022 per la segnalazione, vicino Saporetti, di una persona nuda. «Siamo stati preceduti dal 118 - dichiara alla Corte - e lui si stava coprendo con una coperta termica. Gli abbiamo chiesto perché si trovava lì e abbiamo notato i tagli netti sulle braccia e un graffio al collo. Lui ha detto che era arrivato per sbollire la rabbia dopo un litigio con l'ex fidanzata. Ha detto di aver parcheggiato verso il faro di San Felice. Ha detto che aveva fatto il bagno, che i vestiti si erano sporcati, e li aveva gettati via».
Da lì iniziano i contatti tra la pattuglia e le sale operative dei carabinieri di Latina e Frosinone. «Ho chiamato la centrale operativa e mi diceva che Ialongo era detentore di armi. Così ho chiesto di contattare Frosinone». Sul conto di Ialongo non emergeva nulla, ma sull'ex compagna Romina De Cesare, molisana come l'imputato, e da diverso tempo trasferitasi per lavoro in Ciociaria, qualcosa non quadrava. «Mi dicevano che l'attuale compagno era preoccupato - prosegue il carabiniere - perché non riusciva a sentirla e non era arrivata nemmeno in Molise dal padre», presente anche ieri in aula (e parte civile con l'avvocato Danilo Leva, mentre Fiore Di Ciuccio rappresenta il fratello).
In attesa di ulteriori dati da Frosinone, è stato chiesto ai carabinieri di San Felice di rintracciare l'auto. A un certo punto arriva la notizia, dalla questura di Frosinone (l'inchiesta è stata condotta dalla squadra mobile), «che la ragazza era stata uccisa. Quindi abbiamo portato Ialongo in ospedale a Latina per le ferite, che ha riferito erano autoinferte, e per un consulto psichiatrico». Viene sequestrata all'uomo una busta di tela con un taccuino.
A Latina Ialongo è sottoposto a diversi esami. Poi interviene la dottoressa Setacci, medico legale nominato dalla procura. «Parlando con la dottoressa ha confessato di aver ucciso ragazza - rileva il teste - Poi si è aperto e ha raccontato cosa era successo».
Il pronto soccorso era stracolmo, per cui l'attesa si è protratta dal tardo pomeriggio a circa le 23.30. «Siamo andati al comando provinciale di Latina e abbiamo controllato la busta di tela con il taccuino. Lì erano scritte frasi del tipo "l'ho uccisa", "ho tentato di uccidermi", "mi lascerò morire di fame"». A quel punto il pm lo mostra, sottolineando come si tratti degli stessi appunti della consulenza della polizia scientifica. «Dopo il fotosegnalamento - ricorda il carabiniere - l'abbiamo accompagnato in procura per l'interrogatorio. Dopo l'interrogatorio è stato emesso il decreto di fermo».
La parte civile per l'associazione Liberaluna, l'avvocato Maria Calabrese chiede cosa abbia detto in quei momenti Ialongo. «Le prime frasi sono state: l'ho uccisa con il coltello che mi ha regalato lei - la risposta del teste - Ialongo ha riferito di aver perso il coltello quando si è fatto il bagno». I difensori dell'imputato, presente in aula, gli avvocati Riccardo Di Vizio e Vincenzo Mercolino, chiedono se Ialongo abbia cercato il suicidio. «Ci ha detto che ha tentato più volte e in più modi di uccidersi a Frosinone e al Circeo - continua la deposizione - Ha tentato di impiccarsi con le fascette poi si è legato mani e piedi per affogarsi. Ma l'istinto di sopravvivenza è prevalso, è riemerso ed ha perso il coltello».
Giuseppe Schiano, carabiniere di San Felice, riferisce sul ritrovamento dell'Audi A4: «Sul sedile anteriore destro abbiamo trovato delle fascette da elettricista. Sulle fascette c'erano macchie di colore rosso». Giampaolo Macioce del Nucleo investigativo carabinieri di Latina spiega di esser intervenuto a San Felice, a Quarto caldo, per effettuare i rilievi. «L'auto aveva le chiavi inserite ed era aperta. Abbiamo eseguito dei prelievi biologici su un pugnale». Saverio Siniscalchi dei carabinieri di Sabaudia ha recuperato sulle dune una parte degli abiti in base alle indicazioni date da Ialongo. Prima della chiusura dell'udienza le parti acconsentono all'acquisizione delle dichiarazioni della zia di Romina che vive in Francia e delle trascrizioni delle chat in francese tra le due. Prossima udienza a giugno.