Spazio satira
La trattativa
01.04.2023 - 12:00
Ieri si è discusso del caso del terreno della scuola media Pietrobono
Si lavora a una soluzione condivisa per sciogliere il nodo del mancato esproprio del terreno della scuola media Pietrobono.
Ieri, in Comune, si è tenuta una riunione per fare il punto della situazione e valutare i possibili scenari. La questione ruota sulla mancata trascrizione dell'atto di esproprio sul quale nel 1972 è stato costruito l'edificio scolastico di via Puccini. Nell'ambito di una procedura fallimentare, la curatela potrebbe arrivare a chiedere il sequestro dell'area, sempre che non si riesca nel mentre a raggiungere un accordo tra le parti.
Tra le possibilità c'è che il terreno possa finire all'asta, in quel caso inducendo il Comune a parteciparvi in modo da riacquistarlo ed evitare, nel caso di aggiudicazione a un privato, di dover trattare sul prezzo. Ma c'è un'altra possibilità ed è quella di acquistare l'area con l'usucapione ultra ventennale.
Il progetto della scuola, infatti, risale alla fine degli anni Sessanta quando, in base a una legge del 1967 "Nuove norme per l'edilizia scolastica e universitaria e piano finanziario dello intervento per il quinquennio 1967-1971" venne dato incarico all'ingegner Felice Campanelli di redigere il progetto.
Nel 1969 viene approvato il progetto di costruzione dell'istituto con una previsione di 20 aule. Il progetto viene approvato dal Provveditorato regionale alle opere pubbliche per 300 milioni di lire. Ma la spesa necessaria per il costo complessivo viene valutata in mezzo miliardo di lire. Nel 1970 viene aggiudicato l'appalto per il 1° lotto. Nel 1971 viene approvata una variante a causa di alcune difficoltà nell'esecuzione dell'opera per la particolare natura del terreno.
L'anno dopo viene invece affidato l'incarico per la redazione del secondo stralcio per un ammontare di 100 milioni di lire. Nel 1973 c'è una richiesta di variante al programma di finanziamento.
Tuttavia, nelle procedure qualcosa si intoppa nel momento di procedere alla trascrizione dell'atto di esproprio del terreno. Una "dimenticanza" che ora rischia di costare cara al Comune.
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