Immagini chiare, un pugno allo stomaco. Gatti randagi presi a calci e usati come palloni, mentre altri riprendono la scena e la rilanciano sui social. In una deriva che ormai non appartiene solo al Cassinate ma che è talmente diffusa da essere considerata un fenomeno da arginare, forse legato alla dipendenza da social.
Nessuna adeguata riflessione sulle azioni e sulle conseguenze, come in tutti quei casi in cui l'apparire, la conquista di un like, vale più di ogni altra cosa: a fine ottobre il pestaggio del clochard a Trastevere, a settembre la violenza sulla banchina della metro a Milano in attesa del treno, qualche settimana fa la rissa tra giovanissime nel pieno centro di Cassino, con tanto di sedie usate come armi: episodi di violenza in cui la prima cosa è quel "rec" pigiato per far volare le visualizzazioni.
I fatti contestati
I due ragazzini residenti a Piedimonte - uno sembrerebbe minorenne all'epoca dei fatti - girano più di un video in cui prendono a calci gatti randagi, tra una risata e l'altra. E se ne vantano. L'inquadratura - in uno dei filmati divenuti in queste ore virali - immortala l'animale indifeso con la scritta "pallonetto" poi sovrapposta alle immagini: e via, un calcio ben assestato alla pancia dell'animale che "vola" lontano. Ma il video non diventa virale subito. O almeno così raccontano gli autori: uno dei due - a loro dire - lo rilancia in seconda battuta sul suo profilo Instagram. E scoppia il pandemonio, dentro e fuori dai social. Con la richiesta di pene severe da parte di tutti. C'è anche chi ha messo in dubbio i tempi indicati dai ragazzi: nelle immagini, affermano sui social, promozioni dei negozi più recenti rispetto a quelli indicati dagli autori. Tutti elementi al vaglio degli inquirenti.
Le scuse e la condanna
La condanna del gesto è unanime. I due ragazzi nelle scorse ore si sono rivolti a "Tanfuk" per chiedere pubblicamente scusa a tutti, raccontando di non avere in mente di ferire gli animali ma di voler vedere la loro "proverbiale agilità". Una scelta difensiva che ha tirato a sé un'altra valanga di insulti. Anzi, sembrerebbe persino minacce rivolte sui social agli autori dei video. Ma c'è di più. Oltre alla posizione unanime degli utenti, gli attivisti dell'associazione Anpana hanno annunciato una denuncia. «In una pubblica dichiarazione i due ragazzi chiedono scusa dicendo che volevano "solo" vedere la reazione degli animali. Gli animalisti non possono accettare queste scuse. Un gesto gravissimo - afferma Francesco Altieri, presidente provinciale dell'Anpana - Speriamo che la giustizia faccia il suo corso. Come associazione abbiamo subito inoltrato tutto alle forze di polizia e siamo certi che ora verranno eseguite le verifiche del caso: non è un gesto accettabile. Non è una "bravata". E il fatto di aver deciso, come dicono loro, di averlo ricondiviso a distanza di tempo vuol dire che nessuno ha inteso il peso del gesto, l'errore fatto: gli animali devono essere accarezzati. E curati. Non presi a calci - aggiunge - Scuse rimandate al mittente. Siamo fiduciosi nella magistratura».