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Cervaro

Investì una badante. Pensionato condannato per omicidio stradale

A oltre quattro anni dall’incidente è arrivata la sentenza: sei mesi di reclusione per il pensionato alla guida dell’auto. L’uomo investì sulla Casilina Marya Kovalenko, 63 anni, badante ucraina. La donna morì tre giorni dopo al Policlinico

tribunale cassino

Il tribunale di Cassino

Badante investita e deceduta dopo pochi giorni a causa delle ferite, pensionato di Cassino condannato per omicidio colposo aggravato a quattro anni dall’incidente. Si è concluso nei giorni scorsi il processo a carico di V.V., sessantottenne di Cassino, finito sotto processo dopo il terribile incidente avvenuto a Cervaro a gennaio del 2020 in cui perse la vita Marya Kovalenko, deceduta dopo tre giorni presso il Policlino Tor Vergata dove era stata trasportata a causa delle gravissime ferite riportate. Per il pensionato il giudice ha deciso per sei mesi, pena sospesa, e una importante provvisionale da corrispondere alle parti civili.

La tragedia e la sentenza
Dopo l’investimento avvenuto sulla Casilina oltre quattro anni fa, la badante ucraina di 63 anni - molto conosciuta a Cassino - era stata soccorsa e trasferita al Policlinico di Roma in gravissime condizioni. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’auto l’avrebbe presa in pieno, facendola rovinare sull’asfalto. E a prestare i primi soccorsi fu proprio il pensionato. A seguito del tragico evento i familiari, dando immediatamente incarico legale all’avvocato Paolo Marandola per chiarire tutti gli aspetti della complessa vicenda, diedero il via alle indagini. Un’inchiesta affidata al dottor De Franco e condotta dalla polizia stradale. Il pm per ricostruire la difficile dinamica si era avvalso della consulenza dell’ingegnere Lucio Pinchera che - dopo articolate verifiche - giungeva alla conclusione che l’incidente si fosse verificato per «imprudenza, imperizia e negligenza dell’automobilista che non si avvedeva in tempo della presenza sulla carreggiata della donna - ribadiva il dottor Pinchera - omettendo di frenare tempestivamente e di adottare tutte le manovre necessarie per evitare l’impatto». Contestato all’uomo anche l’uso del cellulare alla guida. Dopo oltre quattro anni dai fatti, all’esito di un lungo ed articolato dibattimento - in cui sono stati ascoltati numerosi testimoni e i consulenti delle rispettive parti - il Tribunale di Cassino ha emesso la sentenza: l’imputato è stato condannato alla pena di sei mesi di reclusione (riconosciute le attenuanti e il beneficio della sospensione condizionale della pena). Non solo. Il giudice Delitala ha disposto che la compagnia di assicurazioni, in qualità di responsabile civile, risarcisca (con giudizio separato) tutti i danni alle parti civili rappresentate dall’avvocato Paolo Marandola. Riconosciuta una provvisionale immediatamente esecutiva di 180.000 euro da suddividersi in parti uguali di 60.000 ciascuno, per il marito e le figlie della vittima. Attese le motivazioni.

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