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Ceccano

Nuova vita grazie al San Raffaele

Alessio, oggi dodicenne, per anni è svenuto a scuola ma nessuno ne aveva compreso il motivo. Il ragazzino, al quale a Milano è stato impiantato un pacemaker, finalmente potrà condurre un’esistenza normale

Il giovane Alessio con il primario che l'ha operato

Per anni Luigina e Massimiliano hanno vissuto con il telefono in mano e la paura che potesse arrivare una chiamata dalla scuola di Alessio, loro figlio. Per cinque anni, infatti, il ragazzino originario di Ceccano, oggi dodicenne, ha convissuto con problemi cardiaci dei quali la famiglia non era a conoscenza e che spesso provocavano svenimenti, anche in classe.
«Da tempo mio figlio soffre di sincopi – racconta la mamma – Lo hanno visitato in diversi ospedali e veniva sempre curato come se avesse una sincope neurologica; dunque, come se i suoi svenimenti fossero causati da problemi del sistema nervoso. Mi hanno sempre detto che doveva conviverci, che sveniva ma che stava bene e che non avrebbe avuto problemi più gravi. Per me era impossibile pensare che dovesse passare un’intera esistenza così. Non ha mai fatto una vita normale, nonostante fosse solo un bambino: è sempre dovuto stare attento a tutto a causa dei suoi problemi». Come raccontato infatti dalla mamma, Alessio all’improvviso sveniva, senza avvisaglie precedenti: «A scuola è stata chiamata due o tre volte l’ambulanza ma ogni volta che facevamo l’accesso nello stesso ospedale capitolino, risultava sempre avere un problema neurologico».

Poi, a novembre, qualcosa è cambiato. Non a Roma, dove Alessio veniva solitamente visitato dopo i malori: questa volta il ragazzino è stato portato all’ospedale “Spaziani” di Frosinone: «L’ultimo pronto soccorso, nel nosocomio di via Armando Fabi, ha evidenziato altro: per il medico il problema era cardiologico e non neurologico. È stato il primo dottore a pensare che potesse esserci qualcosa di diverso e lo ringrazierò per sempre». Tre anni prima, infatti, il ragazzino aveva avuto un arresto cardiaco di dodici secondi ma anche in quel caso, per i medici non si trattava di un problema cardiologico. Alessio è stato così portato dai genitori al “San Raffaele” di Milano. Era il 30 novembre. «Lì hanno fatto ulteriori esami e hanno capito che c’era altro. Ci siamo fermati a Milano per alcuni giorni: lo hanno visitato, hanno fatto accertamenti. Ci hanno rimandati a casa e ci hanno dato un appuntamento per un ospedale che studia i fattori cardiaci. Hanno provato a fare una riabilitazione cardiaca, ma al termine di questo iter ci hanno detto che non era possibile e che avrebbero dovuto operarlo». Alessio, infatti, aveva un frequenza cardiaca con picchi che arrivavano a 200.

«A mio figlio è stato impiantato un pacemaker di nuova generazione. Glielo hanno avvitato dentro il cuore. Quando sviene gli dà l’impulso e gli permette di non andare in arresto cardiaco», spiega la mamma, che ci tiene a ringraziare tutto il team del “San Raffaele” di Milano. In particolare, un pensiero è rivolto al primario Della Bella dell’aritmologia e cardiologia del San Raffaele, che ha operato il ragazzino, e alle dottoresse Cireddu e Tanese che per prime si sono occupate del piccolo Alessio.
Per lui ora inizia una nuova vita: potrà andare a scuola senza paura, correre, giocare, fare sport, comportarsi come tutti i suoi coetanei, che per anni ha guardato a distanza, con la paura di sentirsi male. L’emozione in famiglia è tanta e la mamma Luigina e il papà Massimiliano non trovano neppure le parole per descrivere la felicità provata dopo che l’operazione è andata a buon fine, permettendo dopo tanti anni a loro figlio di condurre un’esistenza quanto più normale possibile: «Noi siamo morti e rinati. Finalmente Alessio potrà tornare a fare la vita di un bambino. Ora cominciamo a vivere anche noi».

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