Cassino
27.09.2025 - 12:00
Malamovida e “coprifuoco”: la mozione dell’opposizione non passa. Comprimere le libertà individuali o alzare l’asticella per aiutare e le famiglie e tutelare i nostri ragazzi? Questo il punto cruciale affrontato nell’ultimo punto, discusso ieri in aula. La mozione legata all’ordinanza per la tutela dei minorenni in fascia notturna (sulla scorta di quella adottata da Casal di Principe) che imporrebbe l’obbligo per le famiglie di “scortare” i figli minori di 14 anni tra mezzanotte e le 6 ha acceso il confronto. Nonostante i “no”, si è centrato il punto: serve un’azione condivisa e un’alternativa, un maggiore spazio per l’educazione civica e il coinvolgimento delle scuole. «Non siamo in una situazione emergenziale. Votarla sarebbe la certificazione del fallimento della società civile» ha rilanciato il vicesindaco Gino Ranaldi nel suo intervento. Assenti, giustificati, il sindaco Salera, la presidente dell’assise Di Rollo - sostituita da Ornella Rodi - e l’assessore Pontone. Un tema trasversale, quello portato in aula, che ha coinvolto tutti: Grieco, Petrillo, Buongiovanni, Petrarcone, Terranova, Sebastianelli, Fardelli e Ranaldi si sono ampiamente confrontati sul punto. Motivando le scelte. Tutti però d’accordo sulla finalità, la tutela del minore. Ma non sugli strumenti. «L’intento della mozione era quello di aiutare i ragazzi a rimanere in città, ma non da soli. Ringrazio tutti per la grande partecipazione» ha spiegato Sebastianelli. «La sicurezza dei ragazzi ci appartiene al di là delle nostre funzioni e della nostra “appartenenza”» hanno rilanciato a più riprese dall’opposizione.
Dalle “fiamme” della precedente assise - interrotta dopo violenti attacchi - a un confronto propositivo e civile: un cambio di passo evidente in aula, dove sono state portate ben undici interrogazioni e due mozioni per tredici punti all’ordine del giorno: tre le interrogazioni ritirate insieme a una mozione perché tardive rispetto a fatti già avvenuti, o perché l’opposizione su alcune questioni ha presentato ricorso alla Corte dei Conti ed ha preferito non parlarne. Focus sui lavori pubblici, con un continuo addebito di responsabilità politica da parte soprattutto del consigliere Evangelista all’indirizzo della maggioranza, dopo un excursus sui ritardi nella consegna dei lavori pubblici o per l’esecuzione delle opere. Ma la reazione piccata dell’assessore Fiorentino non si è fatta attendere. Ancora in aula spazio alla discussione sull’impianto a biogas da realizzare in via Cerro. Un passaggio anche sulla villa comunale: nessuna discussione, nel rispetto dell’inchiesta in corso.
Ma la questione principale affrontata con grande trasporto è stata quella relativa alla mozione per l’ordinanza a tutela dei ragazzi, spesso “protagonisti” della malamovida, tra risse ed eccessi alcolici. «Non possiamo limitare la libertà, perché questo decreterebbe il fallimento della società, delle famiglie, delle forze dell’ordine, delle istituzioni. Qui si parlerebbe di un vero e proprio “coprifuoco”. Noi siamo d’accordo sul tavolo tecnico che porti alle politiche attive, alle attività di sensibilizzazione nelle scuole presso i ragazzi e presso le famiglie. A ciò si aggiungano le azioni ed i tavoli di presidio con le forze dell’ordine che già abbiamo messo in campo»: Sarah Grieco è stata molto chiara. Edilio Terranova è intervenuto ricordando nel dettaglio tutte le azioni svolte, compresa «la lettera al ministro Piantedosi fatta dal sindaco per chiedere il supporto dello Stato nelle emergenti criticità nel territorio cittadino: abbiamo già da tempo adottato misure per tutelare cittadini e minori con azioni di controllo e prevenzione per il rischio dell’incolumità di questi ragazzi. Abbiamo fatto incontri con gli esercizi commerciali; concretizzata la convenzione con il prefetto, le forze dell’ordine e società private per garantire l’incolumità di tutti. Ma i minori non possono essere lasciati soli, ed è compito dei genitori provvedere all’educazione dei propri figli».
Arturo Buongiovanni, poi, ha espresso dichiarazione di voto contraria «perché non siamo in una situazione di emergenzialità tali da giustificare un divieto del genere, e perché ciò creerebbe un precedente pericoloso che esonererebbe i genitori dal senso di responsabilità: va invece rafforzato l’impegno educativo delle varie componenti della società».
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