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«Stellantis, servono i nuovi modelli»

Si ipotizza lo slittamento dello Stelvio alla seconda parte del 2026. Si chiede chiarezza. Cassino rappresenta lo stabilimento in maggiore sofferenza. Parla il segretario generale Fim Cisl

Crisi Stellantis

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Nuovi modelli che non arrivano e un ibrido solo annunciato. La salvezza di Cassino Plant dovrebbe passare proprio per lo Stelvio rinnovato e la sua versione ibrida ma i ritardi sono abissali. E senza risposte certe il 2026 rischia di essere simile al 2025, definito come il peggiore della storia dello stabilimento dal suo insediamento nel 1972. A rappresentare una panoramica sul presente ma, soprattutto, sul futuro è il segretario generale Fim Cisl Ferdinando Uliano.

Anche a luglio si è lavorato pochissimo per via dei soliti fermi produttivi

«Sono certamente segnali non positivi rispetto anche a una situazione che non sta migliorando sul lato dei volumi. Le due vetture Alfa - spiega - che dovevano vedere il loro cambiamento importante e significativo sulla nuova piattaforma e prefigurare una salita dei volumi, sono in ritardo. Ed è chiaro che si crea una situazione di incertezza ulteriore che va a caratterizzare tutto il 2026».

Addirittura?

«Se non ci saranno cambiamenti sulle tipologie di modelli sarà così. Non abbiamo ancora le comunicazioni sui lanci produttivi, il primo semestre non ci sarà sicuramente la nuova vettura».

Quindi ipotizza un 2026 come il 2025?

«Eh sì, dovevamo fare la Stelvio entro la fine del 2025 e poi doveva partire la Giulia dopo circa sei, sette mesi, ad oggi c’è il posticipo del primo dei due modelli al 2026 ed è probabile che slitti alla seconda parte, dunque e non si avrà un effetto sui volumi immediati».

Comunque sarà full elettric?

«Il problema del ritardo è che l’autovettura che è stata pensata elettrica ma deve essere motorizzata in versione ibrida. È questo il tema. Si erano impegnati sull’ibrido su Cassino e dovevano lanciare le nuove versioni ibride. Tornando indietro, hanno iniziato a pensare la nuova piattaforma Large in versione elettrica, quando abbiamo fatto la discussione nel post Tavares abbiamo preteso che venissero motorizzate tutte le vetture del gruppo Stellantis anche con motori ibridi ma non si compie nell’immediato. Se si pensa che per la 500 ibrida, che ora verrà lanciata, ci sono voluti circa 18 mesi da quando il gruppo si è preso l’impegno, è chiaro che la motorizzazione ibrida ha bisogno di una tempistica maggiore».

Quindi nel 2026 che Stelvio avremo?

«Dovrebbe essere sia elettrico che ibrido».

Mai vista una crisi del genere?

«È preoccupante tanto è vero che più volte abbiamo chiesto di fare in fretta perché i lanci produttivi dei nuovi modelli possono generare una inversione di tendenza rispetto ai volumi».

Una agonia ancora lunga...

«Da quello che si vede se non verranno lanciati i nuovi modelli, i volumi saranno quelli che si stanno determinando adesso. Noi oggi abbiamo una situazione che vede una flessione Alfa sulla vecchia piattaforma Giorgio e il Grecale non fa numeri esorbitanti e tutta l’attesa è sempre stata sui nuovi modelli, se vengono posticipati è chiaro che l’elemento di sofferenza c’è».

Che cosa chiedete al ministero e a Stellantis?

«Abbiamo già sollecitato il ministero per l’incontro con Stellantis, è necessario rinforzare il piano industriale alla luce della situazione che si sta sviluppando. È chiaro anche che la questione più delicata riguarda Cassino che è lo stabilimento che sta soffrendo di più, c’è la necessità di rispettare i tempi che ci sono stati prospettati: ci auguriamo quindi che ci vengano a dire che lo Stelvio sia in grado di essere prodotto nelle varie motorizzazioni nel primo semestre 2026, questa è la prima cosa perché è l’unico modo per invertire la tendenza, anche perché ad oggi questa evidenza non l’abbiamo. Inoltre si è sempre parlato di un terzo modello sulla piattaforma Large assegnato a Cassino ma non ci è stata data notizia neanche della tipologia di marchio. Quindi l’incontro riguardo al piano dovrà vedere una puntualizzazione rispetto agli stabilimenti e una messa in sicurezza. Su Cassino dovrebbero chiarire questi elementi: i tempi dei due nuovi modelli e di accelerare la partenza del terzo».

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