Spazio satira
Cassino
11.11.2024 - 12:00
Nocione, chiusa la fase due si sta attraversando ora la fase tre. Ovvero quella legata alla bonifica: la più importante e la più attesa. Con l’ok della Regione e della Provincia si è aperto, infatti, l’iter che porterà all’eliminazione dei veleni una volta per tutte. Gli uffici comunali sono entrati subito in azione per la gara d’appalto necessaria all’affidamento degli ultimi interventi: questo il passaggio atteso. E si lavora a testa bassa, nel totale rispetto del cronoprogramma stilato. Una road map ribadita, infatti, anche nel consiglio comunale fiume di venerdì con otto interrogazioni, quasi tutte di Evangelista e Sebastianelli. Alcune rinviate alla prossima assise. Focus su asili nido e opere, approvata all’unanimità la mozione di Sarah Grieco sul carcere di Cassino - con il comune che sarà capofila - come pure le variazioni di bilancio. Ma uno spazio di rilievo è stato dato senza dubbi all’ambiente. Con Nocione tra le priorità assolute. Ma non solo.
La priorità
La recente assise civica, infatti, è stata l’occasione - da parte dell’assessore Pontone in risposta all’interrogazione - di fotografare anche la situazione dell’ex Marini bloccata per questioni legali, laddove una possibile soluzione (ora allo studio) consentirà a breve la ripresa della bonifica. Mentre per l’ex Panaccioni si è in attesa dell’approvazione del quadro economico del finanziamento. Poi far puntati su Nocione: una delle battaglie più difficili dell’intero territorio. «Si è oltrepassata abbondantemente la fase due e si è in procinto di attraversare la fase tre, a breve - insomma - potrebbe esserci la famigerata bonifica» hanno affermato in assise. La vicenda legata a Nocione è cominciata agli inizi degli anni 90, quando vennero interrati, da una ditta di smaltimento, rifiuti inquinanti ed altamente impattanti nel terreno tutt’oggi incriminato. Da allora i residenti e gli ambientalisti - non senza difficoltà - hanno dato inizio a una lunga battaglia per rimuovere il materiale e ridurre la contaminazione del sito. Una battaglia durata trent’anni tra inchieste chiuse e riaperte, polemiche feroci e ben più di una manifestazione. Poi la decisione di procedere attraverso tre fasi. Una organizzativa, un’altra - appena conclusa - fatta di sondaggi geognostici e chimico-fisici su suolo, acqua e aria ma anche attraverso la caratterizzazione dei terreni: prelievi di acqua e terreno hanno definito l’estensione e la profondità della presenza dei rifiuti. Un passaggio necessario per permettere, quindi, con il finanziamento dei siti orfani di eliminare una volta per tutte la pesante presenza dei veleni interrati. Ed ecco la terza fase: quella più importante. Una fase - lo ricordiamo - possibile grazie a un ingente finanziamento dal valore complessivo di 2 milioni di euro, stanziato dal ministero dell’Ambiente tramite i fondi del Pnrr. Serviranno alla rimozione e al trasporto del materiale contaminato. Una fase che contempla lo scavo e lo smaltimento dei rifiuti interrati. È ragionevole ritenere che per la fine dell’anno e nei primi mesi del 2025, inizierà la vera e propria bonifica.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione