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Atina

Cumulo di pneumatici abbandonati. La denuncia ai forestali

Ancora una volta presi di mira i pianori in quota del monte Prato

rifiuti

Un cumulo di pneumatici abbandonato al centro della vasta pianura chiamata La Soda

Ancora uno scempio ambientale ai danni del paesaggio e dell’ecosistema del territorio atinate. Ancora una volta presi di mira i pianori in quota del monte Prato, la cima più alta del Comune. Un cumulo di pneumatici usati è stato abbandonato al centro della vasta pianura chiamata La Soda (1200 metri) a poca distanza dai ricoveri in pietra dei pastori e degli stazzi costruiti in decenni di frequentazione. Per salire fin lassù, poi, bisogna percorrere una stradina lunga e stretta (meglio di notte per evitare occhi indiscreti) che a malapena contiene una vettura, figuriamoci un camioncino pieno di decine di pneumatici, una circostanza che la dice lunga sulla ferma volontà dei vandali.

Da secoli quei prati sono pascoli sconfinati per mandrie e greggi che trascorrono in quota le loro giornate; incontrare cavalli, mucche o pecore che percorrono sentieri a memoria, sono un valore aggiunto allo scenario che quelle vette offrono. Immediata la denuncia del ritrovamento fatto ai carabinieri forestali della stazione di Atina che si sono recati sul posto per verificare l’entità del fatto criminoso e sequestrare l’area: c’è il fondato pericolo che i pneumatici possano inquinare la falda sotterranea, infatti, quel pianoro ha la conformazione di una conca e durante le piogge e le nevicate resta intrisa d’acqua che filtra attraverso la natura carsica delle rocce sottostanti.

Per questo gli allevatori che su quei monti portano i loro armenti sono preoccupati, anche perché quello di questi giorni non è l’unico episodio di vandalismo ambientale perpetrato su monte Prato: nell’ottobre di due anni fa, nello stesso luogo, fu abbandonato un container e decine di pneumatici offrendo uno spettacolo indecoroso agli escursionisti che percorrevano quelle quote lungo il cammino di S. Benedetto.

Ma lo scempio appena compiuto, oltre a indurre dolore e impotenza in quanti vivono quei posti sia come allevatori sia come escursionisti, deve far riflettere chi opera per mantenere alto i valori ambientali del territorio atinate. Serve prevenzione, serve sorveglianza. Indugiare o aspettare tempi migliori non fa altro che aiutare e agevolare i vandali ben radicati nel territorio e oltre.

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