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Asilo nido a Finocchieto. Un progetto e tanti dubbi

Rinvenuti resti archeologici nonché una falda acquifera. Alto il rischio che l’intervento si blocchi per l’aumento dei costi

Il cantiere del nuovo asilo  nido, che dovrebbe sorgere in località Finocchieto

Il cantiere del nuovo asilo nido, che dovrebbe sorgere in località Finocchieto

Asilo nido in località Finocchieto, perplessità sull’iter del progetto e dei lavori. L’edificio, annunciato come una struttura ipermoderna e funzionale, tale da meritare l’attenzione di aziende e dell’Unindustria, rischia di finire nell’elenco di incompiute nella città dei papi. Dal Comune, alla domanda sul perché i lavori siano stati bloccati dopo i primi scavi per sondaggi, la risposta è che mancherebbe il progetto esecutivo. Una risposta, affatto rassicurante, la si cerca di dedurre dalla delibera di giunta 163 del 6 giugno “Asilo nido in località Finocchieto. Presa d’atto modifiche progettuali a seguito di ritrovamenti archeologici ed imprevisti di natura geologica”.

Nel testo del documento si legge: “È stata inoltrata richiesta di parere archeologico preliminare alla soprintendenza speciale Pnrr, corredata dalla relazione per la verifica preventiva archeologica redatta dall’archeologo incaricato, dottoressa Valentina Sperti. Sarebbe stata effettuata una campagna di scavi con l’esecuzione di 6 trincee di profondità fino a 2,1 metri. Durante la esecuzione delle trincee, sono state rinvenute strutture superficiali, seppure al di fuori del lotto che ospiterà l’asilo, che impongono riflessioni sulla opportunità di localizzare l’intervento a valle del dislivello che taglia in due la proprietà del Comune.

Che tale soluzione comporterebbe l’esecuzione di fondazioni dirette e, pertanto, uno sbancamento considerevole in corrispondenza di un’area a forte rischio archeologico, con conseguente possibile fermo dei lavori e aumento dei costi”. E non solo, con la delibera che prosegue: “Considerato, altresì, che l’approfondimento delle indagini geologiche condotte dal dottor Filippo Pagliuca ha evidenziato la presenza di una falda acquifera e di rivoli d’acqua durante gli scavi delle trincee, il che comporterebbe che l’edificio come previsto nel progetto definitivo avrebbe la quota di imposta delle fondazioni a soli 3 metri sopra il livello di falda”.

Chiunque abbia una conoscenza dei luoghi sa bene che sia la presenza di resti archeologici e di una falda acquifera, non sono fatti nuovi, ben conosciuti invece a Palazzo d’Iseo. Intanto nella delibera di cui sopra, dopo le premesse, si decide: il nulla.

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