Cerca

Il caso

Ex lavoratori della Videocolor. Il sussidio non arriva

A fine mese un nuovo vertice all’assessorato regionale. Intanto prosegue il processo intentato da un operaio per l’amianto

videocolor

Una veduta aerea del grande complesso industriale dell’ex Videocolor di Anagni

Morire di lavoro, di amianto e di burocrazia. La settimana scorsa, al tribunale di Frosinone, si è tenuta la seconda udienza del procedimento avviato da D. C., lavoratore Videocolor in mobilità, incardinato per ottenere il riconoscimento della patologia che lo affligge, una malattia causata, secondo medici e specialisti, dalla vicinanza con l’amianto nei reparti del colosso della produzione di cinescopi. Mentre i legali dell’ex dipendente riepilogavano i tratti salienti della vicenda, nella riunione tenuta su iniziativa di un sindacato, è stato fissato un appuntamento con l’assessore regionale al lavoro per la fine del mese in corso. “Vertenza Frusinate” non molla e, nonostante l’assenza forzata di Gino Rossi, la questione Vdc continua a tenere banco.

La recente scomparsa del giornalista Franco di Mare, che appena poche settimane fa aveva palesato il proprio gravissimo stato di salute accusando i vertici della Rai di averlo abbandonato a se stesso negandogli persino i richiesti contatti, ha riacceso i riflettori su questioni mai archiviate. Riguardo all’ex gigante dei cinescopi, il cui stabilimento è stato ceduto dall’Asi ad un grosso operatore commerciale di rubinetterie, i più coriacei tra le centinaia di lavoratori in mobilità continuano a peregrinare da un politico all’altro, incassando impegni e promesse puntualmente disattesi.

Eppure l’interesse dimostrato dalla senatrice Maria Spilabotte, dal ministro Centinaio ed a seguire dal senatore Ruspandini e dal sottosegretario Durigon, aveva fatto ben sperare. La stessa Francesca Gerardi aveva proposto un ordine del giorno, votato all’unanimità, tendente ad ottenere il prepensionamento di quanti, in mobilità, sono costretti ad elemosinare il contributo che ogni volta tarda ad arrivare. Assicurata per loro la copertura finanziaria per quest’anno, ma dal gennaio scorso non hanno più visto un euro. Il pensionamento anticipato di coloro che hanno i requisiti, con dettagli da concordare e perfezionare, consentirebbe la tanto auspicata razionalizzazione dei costi, con risparmi certi e corposi per lo Stato.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione