Spazio satira
L'intervista
01.11.2022 - 22:00
Angela Reale
Docente di italiano e latino al liceo scientifico "Gioacchino Pellecchia" di Cassino, l'arpinate Angela Reale fa del classicismo un baluardo dell'insegnamento e coltiva diverse passioni che Ciociaria Oggi proverà a far conoscere ai suoi lettori.
Quando ha deciso di avvicinarsi alla scrittura?
«Probabilmente la scrittura è un qualcosa che mi porto dentro sin da bambina, quando avevo un quaderno su cui buttavo giù disegni e storie di fantasia. Solo di recente, tuttavia, ho deciso di dare alla scrittura struttura e sistematicità, senza pensare al risultato, perché, molto semplicemente, è un'attività che mi piace, un esercizio con cui mi alleno a comprendere le ragioni delle azioni dei personaggi che costruisco e che potrebbero essere tranquillamente reali».
In "Ritratto di un inganno" (Laura Capone Editore, 2022), tra i suoi ultimi romanzi, c'è qualcosa di autobiografico?
«No, direi proprio di no, non c'è nulla di autobiografico, come non c'è in alcuno dei miei romanzi. Unica eccezione, quando esigenze e opportunità narrative lo permettono, è l'inserimento di gatti e di canzoni dei Queen e di Freddie Mercury, due mie grandi passioni. Per me la scrittura non è un fatto intimistico, ma piuttosto un interpretare situazioni costruite dall'immaginazione, nel tentativo di descrivere circostanze anche molto distanti da me e dalle mie categorie di pensiero».
In "Terra di sangue e di ribelli" (Laura Capone Editore, 2021), nonostante il brigantaggio sia prevalentemente maschile, delinea delle figure femminili molto forti. Le risulta questa forza anche oggi?
«Penso che le donne siano sempre state forti, in qualsiasi contesto e momento storico, nonostante il ruolo a cui le si è volute relegare da parte di una società ancora miope. Se sono pochi i nomi di donne che, nel corso dei secoli, si annoverano tra intellettuali, artisti, scienziati è solo perché le si è volute condannare al silenzio e all'inerzia in ambiti ritenuti di esclusivo appannaggio maschile, e non perché non fossero capaci o all'altezza. Oggi più che mai risulta questa forza nelle donne che portano avanti le loro battaglie, per principi su cui non si dovrebbe neppure più discutere: rispetto, parità e libertà».
Tra le sue opere c'è anche una favola, "Il gatto nel cassetto": di che cosa parla?
«La favola vede come protagonista un gattino nero, piccolo e birichino, un trovatello che viene accolto in una famiglia di umani. Pur nelle sue monellerie, Grì, è così che si chiama il gatto, viene considerato un componente alla pari, curato e amato anche quando cade vittima delle sue stesse birbonate, nello specifico di una scorpacciata di cioccolato all'insaputa di tutti. Il legame che si instaura tra i protagonisti è così profondo da indurre il piccolo Grì a considerare la sua famiglia reale quella degli umani che lo hanno accolto, scambiando per genitori il papà e la mamma e come sorelle le bimbe, tanto da andare in confusione quando nota la grande differenza fisica tra lui e loro. La favola è un altro genere che mi piace sperimentare, ne ho appena realizzata una piccola raccolta, ancora inedita, che vede come protagonisti proprio i gatti».
Che cosa è l'archeologia per Angela Reale?
«È una passione alimentata dall'esperienza di campagne di scavo a cui ho partecipato e mai sopita, anche se adesso, in concreto, mi occupo di altro. L'archeologia rappresenta per me lo strumento di indagine per eccellenza, dall'esplorazione alla scoperta: attraverso la fonte materiale, fornisce la risposta ai grandi misteri della storia e dell'umanità e, in alcuni casi, rappresenta essa stessa un enigma di un fascino smisurato. Una sorta di finestra ideale che si apre su mondi lontani e che permette di riannodare fili solidi tra passato e presente».
Da docente, come vede le riforme scolastiche degli ultimi anni?
«L'argomento è estremamente delicato e interessante. Sembra quasi impossibile ignorare quanto gradualmente la scuola sia stata eccessivamente burocratizzata e trasformata in qualcosa su cui ciascuno si sente in diritto di poter manifestare la propria ingerenza; compresi alcuni genitori che, per difendere i propri i figli, insultano e aggrediscono, facendo della violenza uno strumento di forza e di affermazione. Senza entrare nel dettaglio, né elaborare un canone in negativo, le rispondo, invece, che mi piacerebbe che la scuola tornasse a essere considerata un'istituzione credibile e degna di fiducia nel rispondere alle specificità di ciascuno, un faro, una fucina in cui abbiano spazio inclinazioni spontanee e competenze di tutti, sulla quale interventi e riforme non abbiano una connotazione politica, né tantomeno ideologica».
Ha un sogno nel cassetto?
«Pur essendo realista, sogno molto e mi pongo continuamente traguardi nuovi. Per ora posso soltanto dire che il mio sogno nel cassetto è superare la meta successiva e avere sempre accanto qualcuno con cui gioirne».
Del resto sarebbe molto difficile essere più realisti di una Reale…
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