Cerca

L'intervista

Suicidio, un aiuto è possibile. Il punto con Stefania Casavecchia

L'impegno dell'Associazione Ama. La tragedia vissuta sulla propria pelle, la volontà di dare un supporto ai familiari e quello che si può fare per prevenire

Ciociaria Oggi si occupa questa settimana di un problema sociale che generalmente si tende a nascondere, dopo magari aver cercato, in un primo tempo, di coglierne gli aspetti più scabrosi e superficiali. Lo fa con Stefania Casavecchia, presidentessa di "A.M.A. – Associazione Auto Mutuo Aiuto Ceprano e Provincia di Frosinone OdV".

Perché nasce A.M.A.?
«Avevo quarant'anni, sposata, quattro splendidi figli, Valentina, Martina, Luigi e Andrea, un lavoro che mi piaceva. All'improvviso accade l'inimmaginabile: Luigi, di sedici anni, si toglie inspiegabilmente la vita il 16 maggio 2005. Il dolore lacerante toglie il respiro, vorresti solo morire perché sai che non potrà più esserci una vita senza di lui. Nel 2008 fondo così l'A.M.A. a Ceprano, che si prende cura dei sopravvissuti al suicidio, ma anche dei sopravvissuti a sé stessi. I sopravvissuti vivono sensi di colpa per non avere compreso, rabbia verso il congiunto suicida, senso di abbandono, vergogna, stigmatizzazione, ansia verso i propri cari, ricerca di un perché. Si resta soli. Per questo abbiamo attivato gruppi sull'elaborazione del lutto da suicidio, con la speranza di portare serenità a chi ci contatta. Organizziamo corsi per facilitatori di gruppi A.M.A., seminari per l'elaborazione del lutto, convegni sulla prevenzione del suicidio, incontri nelle scuole, corsi regionali e nazionali per insegnanti, fornendo gli strumenti per individuare segni di sofferenza psicologica, situazioni di autolesionismo e/o rischio suicidario tra i ragazzi, gestire situazioni critiche in classe».

Quanto è diffuso il fenomeno?
«Il suicidio è molto diffuso nella nostra società, anche se taciuto. Ogni anno oltre 800.000 persone muoiono per suicidio, uno ogni quaranta secondi, ogni tre secondi si verifica un tentato suicidio. Per ogni suicidio si contano circa venti tentativi di suicidio, solo in Italia sono circa 4.000 i suicidi, sempre ogni anno. Molti lanciano segnali chiari che vanno recepiti. Spesso non cogliamo il significato di questi segnali, o non sappiamo rispondere alle richieste d'aiuto».

L'avvento del digitale ha aumentato il fenomeno?
«Non si può affermare che ciò faccia aumentare il rischio suicidario, ma il rischio c'è. Siti che incitano al suicidio, o il modo migliore per farlo. I cellulari in età prescolare, i social media non incentivano i rapporti tra coetanei, tra adulti e con gli insegnanti. Creano un clima di non ascolto e i giovani si sfogano con internet».

Qual è l'età più a rischio?
«La fascia d'età che va dai quindici ai ventinove anni, ma si registra un picco più alto negli over settanta».

Quali sono i motivi più frequenti?
«Il pregiudizio, la violenza, lo stress, il dolore psichico, l'incertezza verso il futuro, l'insoddisfazione, le dipendenze, le difficoltà economiche, il disagio sociale, le separazioni e i divorzi».

Come possiamo accorgerci dei segnali di un eventuale suicida?
«Molte persone cercano di comunicare la propria intenzione di morire. Alcuni non usano parole ma fatti, regalano oggetti a cui tenevano, rinunciano ad attività piacevoli, hanno sbalzi d'umore, disturbi del sonno».

Che cosa sono i gruppi di mutuo aiuto?
«L'incontro e il dialogo con altri che vivono la stessa situazione di dolore, condividendo la pena. Questo ci fa sentire meno soli e disperati».

Come viene trattato il problema dai media italiani?
«I media trattano il suicidio in modo superficiale. Le norme deontologiche indicano le cautele con cui devono essere esposti i casi, per non provocare fenomeni di emulazione, eppure ciò non viene rispettato. L'OMS ha emanato un documento per la prevenzione del suicidio, suggerimenti per i professionisti dei media, evitando la descrizione esplicita del metodo di suicidio e del luogo dove è avvenuto, prestando attenzione all'utilizzo delle parole nel titolo... Norme, purtroppo, quasi sempre disattese».

Ci racconta un episodio con lieto fine con riguardo al problema?
«Due scolaresche di Roma e Minturno ci hanno contattato per ascoltare il loro dolore per il suicidio di un loro compagno di classe. Vederli soffrire, fare domande, per poi vederli rasserenarsi è stato il dono più bello».

In onore della Giornata mondiale per la prevenzione al suicidio, domenica 11 settembre alle ore 18 si terrà, alla libreria Ubik di Frosinone, "Capire per prevenire", un incontro sul tema del suicidio nel corso del quale, oltre a Stefania Casavecchia e altri rappresentanti di A.M.A. faranno luce sul tema la psicologa Roberta Cassetti. L'evento avrà anche un accompagnamento musicale con la voce della vocalist Enrica Panetta.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione